Milano - Dopo il caso, sollevato ieri dal "Giornale", del pescivendolo triestino multato perché esponeva i cartellini coi nomi dei pesci in dialetto (dovrà pagare oltre mille euro), il ministro per le Politiche agricole e forestali Luca Zaia ha deciso di intervenire sulle pagine del nostro quotidiano. E lo fa nella sua "lengua mare", cioè il veneto, per difendere l’uso del dialetto.
Una battaglia, quella per il rispetto delle tradizioni, anche linguistiche, che sta particolarmente a cuore al ministro. Che qui spiega perché l’Europa non deve "perdere il buon senso".LEGGI LA LETTERA IN VENETO
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