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La zanzare tigre compie 20 anni di soggiorno in Italia: non se ne andrà più

Il primo avvistamento a Genova, nel '90. Arrivò dal Sud America dentro i copertoni da smaltire. Ormai ha messo radici. Ed è in arrivo una pericolosa "cugina"

E' un'ospite indesiderata, ma ormai nessuno la più cacciare dall'Italia. Sono già trascorsi 20 anni da quando la Aedes albopictus, comunemente nota come zanzara tigre asiatica, fece la sua comparsa e fu individuata in Italia per la prima volta, suscitando allarme perchè potenziale veicolo di numerose infezioni virali, come la dengue.
A individuarla nel nostro Paese, il primo nell'Europa occidentale in cui è stata osservata, fu Mario Coluzzi, direttore dell'Istituto di parassitologia dell'università La Sapienza, insieme ai ricercatori dell'Istituto superiore di Sanità, della Usl 13 di Genova e del museo Doria di storia naturale. Di dimensioni simili alle zanzare presenti in Italia, ma molto scura e con macchie bianche su corpo e zampe, fu scoperta a Genova, dove l'allarme fu dato a settembre dalle maestre di un asilo che avevano notato zanzare dalle macchioline bianche pungere i bambini in pieno giorno.
Nel nostro Paese la zanzara tigre ci è arrivata però dal sud degli Stati Uniti attraverso il commercio di copertoni usati, importati da alcune grandi aziende di rigeneratori di pneumatici presenti soprattutto in Veneto. Da allora la sua diffusione è stata inarrestabile, con tanto di epidemia di Chikungunya nel 2007 nel Ravennate. Oggi, come spiega Roberto Romi, del dipartimento di Malattie infettive parassitarie e immunomediate, «la zanzara tigre è endemica in Italia ed è presente in tutte le regioni italiane, tranne che in Val d'Aosta, in oltre 3mila comuni e 108 province». Le regioni più colpite sono quelle a reddito più alto, come Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, dove ci sono molte case e villette con giardino, ambienti ricchi di focolai per questi insetti.
Purtroppo però, anche se in tutte le grandi città sono attivi sistemi di monitoraggio, «lo stesso non si può dire di tutte le Regioni - continua Romi - perchè manca un coordinamento attivo centrale nel sistema di raccolta dati». Al momento infatti le regioni che si sono impegnate su questo fronte sono solo sei: Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana, e Umbria.
Per quest'anno l'arrivo della zanzara tigre nelle nostre case sembra ritardato rispetto al solito, grazie alle piogge torrenziali di quest'inverno che hanno spazzato via le uova, ritardando così l'inizio della loro stagione e riproduzione.
Tuttavia quello che può rivelarsi pericoloso è il clima di quest'ultimo mese, dove in molte città italiane si sono alternate mattinate di sole a pomeriggi di pioggia: il clima ideale per far proliferare quest'insetto. «Rispetto agli altri anni - chiarisce l'esperto - in cui le zanzare iniziavano a infastidirci già a marzo o aprile, quest'anno probabilmente i picchi saranno più ritardati, tra agosto e settembre». Il problema per il futuro si chiama Aedes egipti, cioè la cugina tropicale della zanzara tigre che veicola la febbre gialla e arriva nei porti. «Finora non è arrivata da noi - conclude Romi - perchè non riusciva a sopportare il freddo invernale.

Ma ora con l'aumento medio delle temperature e le importazioni si potrebbe stabilizzare tranquillamente, e non ce ne accorgeremmo, perchè è perfettamente identica alla zanzara tigre».

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