Zerbi, l’antipatico empatico dei talent

L ui è quello dei «no» sanguinosi. Il rifiuto gli sta bene addosso perché lo veste col sorriso. Boccia ma lo fa «di tecnica». Stronca ma indora la pillola. All’emotività non spalanca quasi mai l’uscio, preferisce lasciarla agli altri. È un empatico potenzialmente antipatico. Solo lunedì, dalla giuria di Italia’s got talent (Canale 5 ore 21.10), nel far fuori padre e figlia danzerini si è concesso una nota personale parlando dei suoi figli e del fatto che quando è lontano da casa gli mancano, ma è stata una delle rare volte. Ogni tanto si allunga sulla postazione della De Filippi per premere il pulsante al posto suo. Quando teme che lei non abbia il coraggio di eliminare qualcuno che già nei primi secondi di esibizione si è fatto cogliere in incresciosa assenza di talento. Allora Maria finge di menarlo per ribellarsi e lui scoppia in certe risate da cui irrimediabilmente si capisce che antipatico, in atto, non lo sarà mai.
Infatti lo adorano tutti il censore Rudy Zerbi, che all’anagrafe è Rodolfo. Lo adoravano alla Sony Music Italia dalla quale, lo scorso 13 aprile, si è dimesso dopo sedici anni da presidente e lo adorano in tutti i programmi che attraversa noncurante delle regole della concorrenza. Amici, X Factor, Italia’s got talent, Quelli che il calcio, Top of the Pops, Operazione Trionfo, Rai dire Sanremo con la Gialappa’s... Un talent scout richiestissimo e trasversale.
Sposato, due figli, nasce a Lodi il 3 febbraio 1969 ma si trasferisce subito a Santa Margherita ligure dove la sua famiglia di albergatori concentra le proprie attività. Lui sulle attività di famiglia rifiuta invece di concentrarsi. Per un po’ fa il disc jockey al Covo di Nord Est e a Radio Tigullio, poi approda a Milano per l’università di Giurisprudenza e «devia» definitivamente sulla musica. Si appiccica l’ingrata ed elettrizante etichetta di «pecora nera» della famiglia ma intanto entra in Sony dove intraprende una carriera strepitosa. Lavora con gente del calibro di Mina, Morandi, Zero, Battiato... Ma leggenda narra che a qualcuno non basti. E sembra che, a «lavarlo completamente dall’onta» di non aver scelto la strada paterna, sia la sua consacrazione televisiva.

Alla quale, dal mese scorso, si dedica senza ormai altre distrazioni. Strafottente, battutista, preparato, talentuosissimo. Con una vita di successi da farsi continuamente perdonare. E adesso, di vita ne inizia un’altra ancora. Dell’antipatico? Ha solo le physic du rôle.

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