La zia massacrata per le «voci». E venti euro

La zia massacrata per le «voci». E venti euro

«Sentivo delle voci, mi dicevano: “Uccidila, uccidila”. Io ho obbedito e l’ho ammazzata». Antonio Mondì, il genovese di 43 anni che venerdì mattina ha ucciso, fracassandole il cranio contro il pavimento e a calci, l’anziana e malata zia, Artichiana Mazzucchelli, 81 anni, nell’appartamento della donna in via Giovannetti 4, a Sampierdarena, è crollato in tarda serata. Dopo otto ore di interrogatori sempre più incalzanti in questura è crollato. Ha ammesso di essere l’autore del delitto di fronte ai poliziotti della squadra mobile, coordinati dal dirigente Gaetano Bonaccorso e dal capo della Omicidi Alessandra Bucci, e al pm Vittorio Ranieri Miniati.
L’uomo, assistito dall’avvocato Raffaele Caruso, ha fornito anche un movente, anzi due. Ha subito riferito agli inquirenti di essere stato spinto nel delitto e nella successiva simulazione del suicidio dell’anziana da «voci» che lo guidavano nell’azione criminale. Ma poi, visto che per poliziotti e magistrato quella ricostruzione del movente non reggeva, l’uomo, ha spiegato anche di essere stato colto da uno scatto d’ira perché l’anziana zia malata non voleva seguirlo in ambulatorio per sottoporsi alla seduta di chemioterapia.
Eppure qualcosa continua a non tornare in questa ricostruzione. Anche perché secondo gli inquirenti ci sarebbero gli elementi della premeditazione. In base ai rilievi infatti, dopo avere gettato la salma della donna dalla finestra dell’appartamento, che si trova al quarto piano, il nipote avrebbe cercato di ripulire le tracce di sangue nell’appartamento, senza riuscirvi appieno. Non solo: avrebbe lasciato una delle porte d’accesso all’appartamento aperta, così da poter sostenere che qualcun altro si era introdotto in casa per uccidere l’anziana. Infine, l’elemento forse più controverso: nel suo portafogli è stata trovata una banconota da 20 euro sporca di sangue, probabilmente sottratta all’anziana zia.
«Io sono malato, mia zia aveva un tumore e la dovevo accompagnare ad una seduta di chemioterapia - ha ripetuto nel corso degli interrogatori Mondì - Lei si è rifiutata di seguirmi. Ho perso la calma, e all’improvviso quella voce mi ha detto di ucciderla. Ero esasperato, ho obbedito». Una ricostruzione che non tocca sfiora però la questione dei 20 euro. L’uomo, che era stato trovato in casa dalla polizia con uno straccio intriso di sangue mentre cercava di cancellare le tracce del delitto, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario.

Il suo nome era già noto alle forze dell’ordine perché arrestato nel 2001 dai carabinieri a seguito di un tentativo di rapina ai danni di un tassista genovese. Un altro particolare attualmente al vaglio degli inquirenti che intendono precisare soprattutto l’aspetto del movente del brutale omicidio.

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