«Chi ha detto che non amo lItalia?», si chiede Zinedine Zidane davanti ai microfoni e alle telecamere di Sky.
Anche se ha chiuso la sua carriera di calciatore, Zizou rimane un talento irripetibile e uno sportivo enigmatico. Talmente enigmatico da essere riuscito a dividere gli italiani anche nel giorno di un trionfo mondiale. Un affetto che nei suoi confronti non è mai mutato e ora, precisamente il 28 settembre al Carignano di Torino, verrà proiettato Zidane, un ritratto del 21° secolo, un documentario in 35 mm che lo vede unico protagonista ripreso da 17 telecamere con una definizione tale che finora si sono azzardati ad usarle solo i soldati dellesercito americano. Le immagini sono tratte da Real Madrid-Villarreal, giocata al Barnabeu il 23 aprile 2005, con la colonna sonora della band cult scozzese dei Mogwai. Il ritratto di un uomo colto, spiega il promo, in tutta la sua umanità e fatica, grondante sudore, espulso a pochi minuti della fine. Gli autori si sono ispirati ai ritratti di re, principi, condottieri e generali dipinti da Goya, Velazquez, El Greco, ricavandone un profilo di Zidane.
«Qui ho tanti amici - ha spiegato -, mi piace lItalia e mi piacciono gli italiani. Non la cambierei, è un bel Paese e si vive bene, in cinque anni a Torino mi sono trovato sempre bene. Chi ha detto che non amo lItalia?». Appunto.
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