Due fuoriclasse del violino e del pianoforte, Massimo Quarta e Lilya Zilberstein, si incontrano nel segno di una rarità: il «Concerto in re minore» che il prodigioso Felix Mendelssohn scrisse a 14 anni. Un concerto travagliato, come tanti altri lavori di Mendelssohn: impagabile perfezionista. Un concerto accantonato e posto fra i lavori non degni di raggiungere il pubblico e quindi estromessi dallo stesso musicista dal catalogo ufficiale. I posteri hanno invece deciso di riabilitarlo.
Oggi (ore 20) e domani (ore 16) allAuditorium (Largo Mahler) Massimo Quarta, Lilya Zilberstein e lOrchestra Verdi diretta da Alan Buribayev propongono il Concerto in abbinata allarcinota ouverture dal Sogno di una notte di mezzestate. Un appuntamento che mette in campo il senso della fiaba o comunque del fantastico in musica. Fiaba diversamente percepita e dunque tradotta a seconda della sensibilità dellautore e del periodo storico in cui si muove.
In Mendelssohn colpisce la levità del porgere, la sensazione di muoversi a un palmo da terra che suggerirebbe lidea di una musica nata di getto, perfetta ancora prima di essere fissata sul pentagramma: diversamente da quanto accadde, perché ogni testo di Mendelssohn, in realtà, era tremendamente sottoposto a correzioni, revisioni e rinvii alle stampe.
Fiaba che imbeve tante pagine di autori russi. Una su tutte, il quadro sinfonico Una notte sul Monte Calvo di Musorgskij poi rielaborata da Rimskij-Korsakov: testo i cui accenti sinistri, da sabba infernale, ne fanno lalter ego delle pagine di Mendelssohn.
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