(...) Ma loro fanno sciopero, minacciano posizioni intransigenti. E chi lavora a Genova è in prima linea.
«Credo che i margini di manovra siano molto ristretti. Dei tassisti genovesi voglio, comunque, che si occupino le commissioni della Provincia di cui ho chiesto la convocazione urgente».
Per gli avvocati?
«Dico che ci voleva una consultazione preventiva per capire. Non si può rischiare di creare una vera e propria mercificazione di una professione che mette a disposizione il suo sapere e non la sete di guadagno».
Nella rivendicazione ci sono anche i riflessi economici.
«Questo tipo di attività ha certamente riflessi economici importanti, ma vanta soprattutto dei valori di libertà e di autorevolezza del professionista nei confronti del giudice. Però, se lavvocato viene trasformato in una sorta di dipendente, rischia di non essere più un soggetto autonomo, coraggioso, libero di opporsi».
A discapito, fra laltro, del cliente.
«Certamente. Il decreto avrà il risultato di formare avvocati demotivati o comunque spinti solo dagli aspetti economici derivanti dalla loro attività».
La stessa terminologia cambia...
«...infatti subentra letichetta che distingue consumatori e utenti, anziché legali e clienti, come si trattasse di un prodotto da bancone!».
In compenso, si potrà fare pubblicità.
«Non scherziamo. Anche questo è un assurdo.
E la chiamano liberalizzazione!
«Con questi sistemi, si apre solo la porta al supermarket del diritto. Diciamolo chiaro e tondo: il pacchetto Bersani merita una sonora bocciatura. Senza appello».
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