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nostro inviato a Buenos Aires

Un palazzo nel cuore di Buones Aires. Al 26° piano c’è la sede di Telecom in Argentina. E qui è stata data, dal ceo Franco Bernabè, la notizia ufficiale dell’accordo per la conquista della quota di maggioranza di Telecom Argentina, che viene controllata grazie alla partecipazione del 58% nella holding di Sofora, da parte della società italiana. «Per noi è un momento molto importante - ha spiegato un Bernabè sorridente - finalmente Telecom è riuscita a fare, dopo anni, un’acquisizione».
Piu che una acquisizione quella per Telecom Argentina è stata una battaglia complicata, combattuta in tribunale ma anche sul piano della diplomazia per oltre due anni. E ieri sera per Bernabè c’è stato anche un epilogo prestigioso: la consegna da parte della presidente dell’Argentina, Cristina Kirchner, alla Casa Rosada, degli impegni previsti dall’Antitrust locale per consentire l’accordo. E questi paletti, che sono dovuti alla presenza di Telefonica nell’azionariato di Telco, la holding che controlla Telecom Italia e che è il secondo operatore fisso argentino, prevedono la creazione di un comitato di conformità regolatoria formato da tre membri indipendenti nominati dal cda di Telecom Argentina (ma non dai rappresentanti di Telecom Italia) che dovranno garantire l’imparzialità dell’operato della società.
Inoltre, gli impegni avranno impatto anche sullo statuto e sui patti parasociali dei soci Telco. Ma perché è così importante per Telecom conquistare una società non certo enorme? «Telecom Argentina - ha spiegato Bernabè - consente di dare una dimensione internazionale a Telecom Italia. Ora possiamo veramente dire di avere una buona presenza in Sudamerica. Oltre al Brasile anche in Argentina. Inoltre, il consolidamento della società consente di riportare i parametri del debito sul margine lordo a livello di normalità, arrivando a livelli compatibili con una normale struttura finanziaria di una società di tlc ex-monopolista. Se nel 2009 fosse stata consolidata l’Argentina il livello del rapporto debito su ebitda sarebbe passato dal 2,9 al 2,7%. Ora vogliamo tornare a crescere senza troppe preoccupazioni per il debito. Obiettivo è consolidare Telecom Argentina anche per le agenzie di rating. E qui dovremo dimostrare di avere la possibilita di gestire il free cash flow».
Quanto all’accordo in senso stretto, i Werthein (si presentano con tre membri della famiglia a ogni cda della società) dopo aver intavolato una battaglia legale coinvolgendo Authority e Antitrust locali hanno deciso di cedere la maggioranza a Telecom che è così passata in Sofora dal 50 al 58%. In cambio di quell’8%, Telecom ha rinunciato a esercitare la call che gli consentiva di acquistare l’altro 50% di Sofora in mano ai Werthein per circa 200 milioni di dollari. «Siamo riusciti a prendere il controllo sborsando solo la cifra simbolica di un dollaro - ha aggiunto Bernabè - e dunque senza dover cambiare i nostri obiettivi.
I Werthein saranno comunque i garanti nei confronti del governo sul piano della concorrenza». Quanto ad altre eventuali acquisizioni in Sudamerica, Bernabè smentisce ogni trattativa.

«Presto venderemo la partecipazione che abbiamo a Cuba - ha precisato -: non è stategica. Dobbiamo pensare a gestire bene Brasile e Argentina. Per l’alto debito abbiamo pochi soldi e dobbiamo cercare di usarli nel modo migliore».

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