Uno Zorro di sangue blu contro i tecnici

Alla fine arrivò Zorro, il vendicatore degli italiani, che cavalca indomi­to verso i novant’anni

Uno Zorro di sangue blu contro i tecnici

Alla fine arrivò Zorro, il vendicatore degli italiani, che cavalca indomi­to verso i novant’anni. Ma se la cura de­v’essere omeopatica, è giusto che l’anta­gonista dei tecnici e degli inciuci abbia la stessa venerabile età di Napolitano e an­che una certa somiglianza. Lo Zorro in questione ha convocato og­gi a casa sua, anzi al Palazzo della Casa­ta, camionisti, tassisti, forconi, generali, nobili e plebei per fondare «Alternativa ai partiti». Parlo di don Lillìo Sforza Ru­spoli, di professione principe e di voca­zione contadino, con l’aggravante della nobiltà nera, papalina.

Ammiro il principe Ruspoli e il suo no­­bile sport, eversivo ma inoffensivo, la Ri­voluzione; le sue prime rivolte agrarie si perdono nell’antichità. Ma i forconi e le vandee, come si sa, tornano ciclicamen­te in auge e lui coglie i frutti di stagione. Don Lillìo è un estremista gentiluo­mo, mite e scanzonato, e non ha mire personali. Fonda antipartiti a ripetizio­ne, chiama alla leva ogni generazione, trova ogni volta freschi sancho panza di stagione, annuncia rivoluzioni e restau­razioni, ed è sempre, per indole e blaso­ne, contro i poteri forti e occulti, finanzia­ri e pluto-massonici.

Monti sembra un’invenzione di don Lillìo, il succo concentrato di quel che lui ha sempre avversato.

A eccitarlo e divertirlo, questa volta, è il ritrovamento di una bolla pontificia di trecento anni fa che elegge la sua Cerve­teri a principato. Ma il principe-contadi­no rinuncia al principato se vanno a casa Monti e i partiti. I conti non tornano, i principi invece sì. Zappa Continua.

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