Zuffa elettorale tra sindaco e coordinatore Pdl In tre all’ospedale: volano insulti e denunce

L’unica certezza è che centrodestra e centrosinistra si sono incontrati in un parcheggio, intorno alle nove di sera, davanti a una scuola media di San Giuliano Milanese. Al culmine di una campagna elettorale spossante. E che ognuno si lecca le proprie ferite. «Il sindaco e suo figlio mi hanno aggredito, strappandomi di mano i volantini che stavo distribuendo nel parcheggio di via Cavour insieme ad altre persone del Pdl. Il sig. Marco Toni mi ha procurato una distorsione al pollice della mano destra. All’ospedale mi hanno dato dieci giorni di prognosi». A sostenerlo è Corrado Biondino, uno dei due coordinatori Pdl a San Giuliano Milanese. Marco Toni, sindaco uscente, offre una versione contrapposta: «È stato Biondino ad aggredire due ragazzi, uno dei quali è mio figlio. Faceva volantinaggio vicino a piazza Italia, dove Barbara Pollastrini stava intervenendo a una nostra manifestazione elettorale. Gli hanno detto che non ne aveva il permesso e lui ha perso la testa. Entrambi i ragazzi sono stati medicati al pronto soccorso». A San Giuliano il corpo a corpo verso il ballottaggio non è più, soltanto, questione di metafore.
Ci si accusa e si va oltre, come nella tradizione dei campanili italici. Di diverso, rispetto ai tempi di Don Camillo e Peppone, ci sono le querele. La prima di Biondino verso Marco e Andrea Toni, che l’avrebbero anche «offeso gravemente, chiamandomi “ladro e delinquente” mentre i carabinieri provvedevano a identificarli». La seconda di un ventenne e di Andrea Toni verso Biondino, per lesioni personali e percosse. La terza di Toni, sempre a Biondino, per diffamazione. Ognuno ha i propri testimoni e la propria dose di rammarico, per una campagna elettorale piena di reciproci colpi bassi. «In tutta San Giuliano, non c’è un solo manifesto elettorale del Pdl che non sia stato danneggiato o coperto», lamenta Biondino. Toni, impegnato a sostenere la campagna della candidata Gina Greco, ribalta l’accusa: «In questo momento i carabinieri prendono i numeri di targa di alcune persone che stavano coprendo i nostri manifesti».
Con questo clima, acquista luce retrospettiva la scelta di Stefano Dornetti: il candidato sindaco leghista divenuto leggenda per aver trascorso i giorni della campagna per il ballottaggio in viaggio di nozze a Cuba.

Quando scenderà dalla scaletta dell’aereo con la sua Elisa, abbronzato e tonificato dal sole dei Caraibi, troverà ad accoglierlo il dito malconcio di Biondino e due giovani rappresentanti del centrosinistra «vergognosamente assaliti e picchiati», come recita un comunicato stampa. Non si è perso poi molto.

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