La Gallura è anche un luogo di meravigliosi cibi e vini sardi. I palati dei tanti lombardi che volano laggiù (aeroporto di Olbia) sono stupiti innanzitutto dalla possenza e dalla freschezza del Vermentino di Gallura, unica docg sarda che disciplina unuva che trovi anche in Spagna, Liguria, Toscana. Qui, il vermentino liscia il bicchiere con la sua distintiva personalità mandorlata, floreale e salina, forgiata su terre arse di macchia mediterranea piegate dal maestrale e modificata da produttori che lo interpretano alla tradizionale (grasso, piacevolmente opulento) o alla ruffiana (in senso buono: fresco, enologically correct).
Per verificare le differenze affiancate al paragone un Petrizza di Masone Mannu, masonemannu.com, a uno Sciala di Cantine Surrau, vignesurrau.it, o un Arakèna della Cantina del Vermentino, vermentinomonti.com, al Genesi della Cantina Gallura, cantinagallura.com. E assaggiate lo sbalorditivo Nozzinnà della Badesi Li Duni, cantinaliduni.it, un vendemmia tardiva ricavato da vigne sulla sabbia a 100 metri dal mare.
Dal ghiotto panorama di zuppe galluresi (pane raffermo, pecorino in brodo di manzo o pecora), rujòli (polpette di ricotta e scorze dagrumi), zimìnu di pesciu (zuppa di pesce con cipolla e pomodoro), siati di Brocciu (seadas di ricotta), pecorini, mieli e distillati, dovessimo scegliere un emblema gastronomico gallurese punteremmo sulla cozza di Olbia. Tutelata da un conzorzio ad hoc, presidente Raffaele Bigi, 0789.
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