Cronaca locale

«Era un violento, litigavano spesso»

Tre giorni a Rimini per il meeting di Comunione e Liberazione: potrebbe essere stato questo l’innesco dell’ultimo litigio tra Silvio Peviani e Luisa Dametti. Una discussione subito trascesa, poi il marito ha afferrato un coltello e iniziato a colpire: prima la moglie, che è riuscita comunque a chiamare la cognata al telefono, poi se stesso, un fendente al cuore. E quando la sorella è arrivata per fermare la tragedia è ormai troppo tardi. Ha solo fatto in tempo a vedere il fratello agonizzante a terra, con la lama infilata nel petto.
Uno scatto d’ira incontrollato dunque alla base dell’omicidio-suicidio di venerdì sera a Casalpusterlengo, in una curatissima bifamigliare di via Polenghi, mentre nell’aria si diffondevano le note di festa per San Bartolomeo. Silvio Peviani, 57 anni, viene infatti descritto da molti come un uomo sempre serio e facile agli scatti d’ira violenta. Lo dicono i vicini di casa, lo conferma un conoscente: «Nemmeno i gatti potevano entrare nella sua proprietà. Disseminava trappole sul muro di cinta. Non si contano le volte in cui lo si sentiva urlare con rabbia inaudita dalla sua casa. E diversi impresari, che avevano aperto cantieri intorno alla sua abitazione, si erano scontrati con le sue lamentele sostenute». Ed è proprio il conoscente a indicare ora il possibile movente: «Sua moglie era appena andata a Rimini per tre giorni al meeting di Comunione e Liberazione. Lui l’ha richiamata a casa. Le ha intimato di tornare con una telefonata di fuoco».
La povera donna, Luisa Dametti, 52 anni, originaria della provincia di Enna, è stata dunque colpita appena rientrata, dopo una breve e violenta discussione. Pur ferita gravemente ha trovato la forza di chiamare la cognata chiedendo aiuto. Troppo tardi. Quando la donna è arrivata, Luisa era già morta e il fratello si stava pugnalando al cuore. Un omicidio d’impeto, così descrivono i fatti i carabinieri del reparto operativo di Lodi allertarti, oltre dal 118, anche da un vicino di casa che aveva sentito urla strazianti provenire dalla villa al 18 di via Polenghi.
La salma della donna, impiegata di banca, e del marito che le ha tolto la vita ora riposano fianco a fianco nella camera mortuaria dell’ospedale di Codogno. A Casalpusterlengo sono giorni di festa, per la sagra di San Bartolomeo: nessuno si aspettava una simile tragedia. La coppia era molto conosciuta e già mentre erano in corso i rilievi, attorno all’abitazione si è radunata una folla, compreso il sindaco Flavio Parmesani incredulo per tanta violenza esplosa in una famiglia benvoluta. Luisa e Silvio lasciano tre figli: due di 17 e 28 anni, che ancora abitavano con i genitori, e un altro trentenne, ormai fuori casa.

Per le prossime ore il sostituto procuratore della Repubblica di Lodi Caterina Centola potrebbe disporre l'autopsia sui cadaveri.

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