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Lo scandalo del doppio lavoro: busta più ricca per mille toghe

Da novembre a maggio il Csm ha autorizzato centinaia di attività extragiudiziarie. Ma c'è il rischio che si sottraggano ore di impegno a un sistema già vicino al collasso

Lo scandalo del doppio lavoro: busta più ricca per mille toghe

Un festival di incarichi extragiudiziari. Per un cospicuo numero di toghe italiane, a quanto pare, la cuccagna non accenna a finire. Negli ultimi tempi sono letteralmente fioccate le collaborazioni che i magistrati riescono a ottenere da un'infinita serie di enti pubblici e privati. Inutile dire che tutti questi lavori extra, svolti cioè al di fuori della missione tipica di giudici e pubblici ministeri, si portano appresso un bel corredo di compensi che vanno a cumularsi ai già lauti stipendi. Il fatto è che l'organo di autogoverno della magistratura, guidato dal vicepresidente Michele Vietti, ha appena sfornato un «volumone» di 362 pagine che contiene l'ultimissimo aggiornamento delle attività extragiudiziarie autorizzate dal 14 novembre 2013 al 13 maggio del 2014. A impressionare è il loro numero: parliamo di 1.085 incarichi, più che raddoppiati rispetto ai 466 del semestre precedente e comunque in aumento rispetto ai 961 autorizzati nello stesso semestre di un anno fa (ovvero dal 14 novembre 2012 al 13 maggio 2013). Molti incarichi vengono assegnati da società private di consulenza e formazione, per non parlare di veri e propri centri di potere come la Luiss, l'ateneo della Confindustria guidato dall'ex numero uno degli industriali Emma Marcegaglia, che per questa via si trova a pagare numerosi giudici. E qui restano di grande attualità due questioni. Innanzitutto la montagna di incarichi rischia di sottrarre ore preziose di lavoro a un sistema-giustizia stritolato da pendenze sempre più difficili da smaltire. E poi la «vitale» questione della terzietà: siamo sicuri che ricevere compensi da Confindustria e gruppi privati, seppur autorizzati dal Csm, garantisca l'imparzialità della toga nel momento in cui è chiamata a svolgere il suo «vero» lavoro?

Nelle 362 pagine gli esempi si sprecano. Si prenda Paolo Sordi, presidente della sezione lavoro del tribunale di Roma, che per lezioni di diritto del lavoro ha ottenuto la bellezza di 9 incarichi: 4 ore dalla Scuola nazionale dell'amministrazione per complessivi 600 euro, 3 ore dalla Scuole superiore dell'economia e delle finanze per 390 euro, 2 ore dall'Università Roma Tre per 200 euro, 40 ore dalla Lumsa per 4 mila euro, ancora 4 ore da Roma Tre per 480 euro, un'ora dalla società di formazione Optime srl per 400 euro, un'ora dalla Synergia Formazione srl per 500 euro, 20 ore dalla Scuola di specializzazione in professioni legali della Sapienza per 3.600 euro e 6 ore dalla Fondazione dell'avvocatura pontina per 750 euro. Oppure la situazione di Angelo Spirito, consigliere della Corte di Cassazione che ha ottenuto 5 incarichi per docenze di procedura civile dal gruppo Altalex: due da 14 ore e 2.600 euro ciascuno, un altro da 14 ore per 2.450 euro e due da 5 ore ciascuno per complessivi 1.450 euro. Poi c'è il caso della Luiss, l'università di Confindustria che direttamente o per il tramite della sua Scuola di specializzazione in professioni legali ha assegnato nel semestre incarichi a 10 magistrati. Tra questi c'è Domenico Carcano, capo dell'ufficio legislativo del ministero della giustizia, che per 45 ore di lezione di diritto processuale civile prenderà 6 mila euro. A seguire il sostituto procuratore di Roma Barbara Sargenti, con 36 ore di lezioni di diritto penale dell'informatica pagate 4.500 euro.

Ancora, tra le toghe più dinamiche si segnala Gaetano Ruta, pm di Milano, il castigatore degli stilisti Dolce e Gabbana. In questo caso parliamo di 5 incarichi per lezioni di diritto penale: 5 ore per 650 euro dalla Scuola superiore dell'economia e delle finanze, 2 ore per 325 euro dalla Cattolica di Milano, un'ora per 400 euro da Synergia Formazione srl e 2 ore da 500 euro l'una da Informa srl. Un altro pm milanese, Carlo Nocerino, sempre per docenze di diritto penale ha ottenuto 20 ore dall'Università Bicocca per 2.064 euro, un'ora da Optime srl per 400 euro e un'ora da Paradigma srl per 800 euro. Tra i più impegnati a livello di ore ci sono anche Bruno Giordano, giudice del tribunale di Milano, e Marcello Buscema, giudice del tribunale di Roma. Il primo ha ottenuto dall'università di Milano e dal Consorzio interuniversitario per il diritto allo studio 50 ore di docenza per complessivi 7 mila euro. Il secondo 42 ore dall'onnipresente Scuola superiore dell'economia e delle finanze per 5.460 euro.

Dall'elenco emergono i profili di alcune società private di formazione che la fanno da padrone. Optime srl, Paradigma srl, Synergia, Wolters Kluwer e Altalex pagano decine di magistrati. Anche se la maggior parte degli incarichi arriva dalle Scuole di specializzazione nelle professioni legali delle varie università italiane. È bene ripetere che si tratta di incarichi regolarmente autorizzati dal Csm, che però non spazzano via le questioni «tempo» e «terzietà» del magistrato. Del resto lo stesso Csm è consapevole del problema se solo si considerano le circolari che si sono succedute sul tema. In sostanza oggi si individuano tre tipologie di incarichi extra: espletabili senza autorizzazione, inderogabilmente vietati e soggetti ad autorizzazione.

Il fatto è che ogni norma viene interpretata, ed è soprattutto la linea di confine tra le ultime due categorie a rischiare di rivelarsi labile.

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