Quel filo che legava la cricca di Odevaine

Quel filo che legava la cricca di Odevaine

RomaUno strano filo rosso unisce indagati e immacolati. Passa da Legambiente a Odevaine, tocca gli «ecodem» Ferrante e Della Seta con il commercialista Stefano Bravo, e arriva fino al capo della «29 giugno» Salvatore Buzzi. Partendo dalla fondazione Integra/Azione, quartier generale di Luca Odevaine. L'ex braccio destro di Veltroni, per i pm, era al centro di un sistema che - contando sul suo doppio ruolo (al tavolo per l'immigrazione del Viminale e consulente del centro di accoglienza di Mineo, in Sicilia) - avrebbe gestito i flussi di immigrati, orientandoli verso le coop di Buzzi e degli «amici».

Della fondazione poco è rimasto in piedi. Odevaine è in carcere. La direttrice scientifica Rosanna Calistri ai domiciliari. Il presidente dei revisori, Stefano Bravo, è indagato per riciclaggio. Praticamente l'unico rimasto immacolato - oltre al revisore Maurizio Tocci, che è nel collegio contabile anche in Legambiente - è Francesco Ferrante, ex parlamentare Pd. E già dg di un socio fondatore di Integra/Azione, Legambiente, dove tra il 1995 e il 2007 c'era pure Odevaine, prima nella direzione e poi tra i garanti.

Un altro filo lo si può riannodare seguendo Stefano Bravo. Il commercialista indagato per riciclaggio - tra i fondatori della Human Foundation dell'ex ministro Giovanna Melandri - è indicato come «segretario» nei verbali d'assemblea dell'altro fondatore di Integra/Azione, la cooperativa sociale Abitus, che risulta «inattiva». Il sito web della fondazione afferma che Legambiente si sarebbe chiamata fuori lo scorso 28 giugno. Un socio inattivo e l'altro fantasma? Curioso. Per la verità la «copia cache» della stessa pagina web dimostra che pochi giorni fa non c'era traccia della «ritirata». Poi, con cinque mesi di ritardo, ecco apparire la notizia del «recesso». Contemporaneamente scompare dalla homepage di Integra/Azione il banner del quotidiano online della fondazione, «Pensieri d'Integrazione», il cui sito web è «fuori servizio». Qui, grazie a una copia cache di settembre, si scopre che nel comitato scientifico della rivista siedono l'ex deputato Pd Jean-Leonard Touadi e l'ex senatore e presidente di Legambiente, Roberto Della Seta.

Della Seta e Ferrante non si «sfiorano» solo in Integra/Azione. A marzo 2013 i due costituiscono la «Italia Green Srl», società di «consulenza e assistenza nel settore ambientale» che lavora con società vicine a Legambiente e il cui commercialista è il solito Stefano Bravo. Un altro filo, poi, unisce Salvatore Buzzi, per i pm «datore di lavoro occulto» di Odevaine, a Ferrante. Non Francesco, ma suo fratello Andrea, presidente dell'Aiab, associazione italiana agricoltura biologica.

Nel 2012, il Campidoglio fa una gara per assegnare i locali dell'ex macello di Testaccio. Tra le proteste delle associazioni no profit che la gestivano, vince una strana cordata, formata, tra l'altro da «29 Giugno» di Buzzi e da Aiab di Ferrante. Saranno coincidenze. Ma mica male, come ragnatela.

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