Milano - Rogatoria in Svizzera e richiesta dei libri soci di Bnl a partire dal
1997 sono le decisioni prese dal pm Luigi Orsi, impegnato nell’inchiesta Bnl-Unipol, per chiarire le
modalità con cui nella primavera 2005 si è formato il
pacchetto del 10% dell’istituto romano. La rogatoria in
arrivo, secondo quanto risulta all'agenzia di stampa Radiocor, serve perché i
titoli erano parcheggiati presso la filiale di Lugano della Ubs. La richiesta
al vertice di Bnl, invece, è già stata presentata.
Controlli sui rastrellamenti in Borsa La
verifica sul libro soci serve per incrociare i dati raccolti
finora dagli inquirenti sui rastrellamenti in borsa dei
titoli Bnl con quanto risulta dal libro soci.
I magistrati, affiancati dal nucleo di polizia tributaria
della Guardia di finanza di Milano, hanno scoperto che nella
primavera del 2005, poco prima del lancio dell’opa su Bnl da
parte dell’Unipol, è stato raccolto e parcheggiato all’Ubs
di Lugano un pacchetto inferiore al 10% intestato a
esponenti di un network italo-argentino.
Azioni a Lugano Il pacchetto, più
esattamente, è risultato del 9,6%. La rete a cui facevano
capo i titoli bnl era coordinato da un libero
professionista, Fabio Calì, e aveva tra gli intestatari
esponenti della famiglia Macrì. L’artificio per non
denunciare in Consob la presenza del pacchetto è stata di
frazionarlo in più quote. Il pacchetto fantasma era stato
offerto, secondo quanto emerso dall’inchiesta, al vertice
della Banca Popolare di Verona e Novara e agli spagnoli del Bilbao, ma l’accordo non venne raggiunto. I vertici
della banca veronese informarono il governatore di banca
d’italia, Antonio Fazio, della decisione di rinunciare alla
banca romana. Il primo che ha parlato agli inquirenti
milanesi dell’esistenza delle azioni misteriose di Bnl, come
ricorda oggi il sito www.Affariitaliani.It riportando il
verbale di un interrogatorio davanti ai pm Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, è stato Fiorani.
Unipol-Bnl, il pm chiede il libro soci dal '97 Rogatoria in Svizzera per le azioni fantasma
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