Cronaca locale

VOGLIONO FAR FUORI IL CAV

Accolta totalmente la richiesta dei pm. Il giudice sceglie per il rinvio a giudizio immediato del presidente del Consiglio: "Sussiste la prova evidente e la competenza del tribunale di Milano". Il procedimento si aprirà il 6 aprile davanti alla quarta sezione penale: il collegio sarà composto da tre donne. I reati contestati sono quelli di concussione e prostituzione minorile. Soddisfazione in procura. COMMENTO Si prepara un braccio di ferro tra accusa e difesa / Luca Fazzo

VOGLIONO FAR FUORI IL CAV

Milano - L'assalto giudiziario non si ferma: accolta in toto la richiesta dei pm. Il gip di Milano Cristina Di Censo ha disposto il giudizio immediato nei confronti di Silvio Berlusconi per i reati di concussione e prostituzione minorile. Il processo si aprirà il 6 aprile alle 9,30 davanti ai giudici della quarta sezione penale. Il collegio sarà composto da tre donne: Carmen D’Elia, Orsolina De Cristofaro e Giulia Turri. Immediata la replica dei legali del premier: "Non ci aspettavamo nulla di diverso" dice Piero Longo. Già, perché l'assalto delle toghe della procura milanese va avanti e apre scenari giudiziari e politico-istituzionali inediti e pesanti. Tanto che l'opposizione, che ha sempre fatto da sponda alla magistratura, condanna Berlusconi ancora prima che il processo si apra e prima che ci sia una eventuale sentenza di condanna. 

Il gip e la prova Sussiste la prova evidente per rinviare a giudizio con rito immediato Berlusconi. È anche su questa base che il gip Di Censo, accogliendo in toto le tesi dei pm, ha diposto il processo con rito immediato per il premier imputato a Milano per concussione e prostituzione minorile nell’ambito del caso Ruby. Il giudice sostiene anche che la competenza è da attribuire al tribunale di Milano. Il gip ha valutato tutte le "premesse processuali", come la questione della connessione dei reati di prostituzione minorile e concussione, e quella della competenza della procura di Milano a indagare. Lo spiega il presidente dell’ufficio gip, Gabriella Manfrin. Quindi il gip ha preso in considerazione anche le memorie difensive dei legali del premier che sostenevano la competenza del tribunale dei ministri, e ha deciso per la competenza della procura di Milano.

Due parti offese Due sono le parti lese: il ministero dell’Interno e la giovane marocchina. Karima El Mahroug, in arte Ruby, è persona offesa nel procedimento in relazione al reato di prostituzione minorile contestato a Berlusconi in quanto il premier avrebbe commesso atti sessuali con la giovane in cambio di denaro o altre utilità dal febbraio al maggio dello scorso anno, quando la ragazza non aveva ancora 18 anni. Il ministero dell’Interno, invece, è parte offesa in relazione al reato di concussione ipotizzato nei confronti di Berlusconi in relazione alla telefonata che il premier fece nella notte tra il 27 ed il 28 maggio scorso in questura a Milano per ottenere il "rilascio" di Ruby che era stata portata negli uffici della polizia in seguito alla denuncia di un furto. Nel decreto sono indicati come parti offese anche tre funzionari della questura di Milano che erano presenti la notte tra il 27 e il 28 maggio. Si tratta di Pietro Ostuni, Girogia Iafrate e Ivo Morelli.

La difesa Il premier ha lasciato Mineo senza fare dichiarazioni né commentare il giudizio immediato. Il presidente del Consiglio è uscito in auto dal residence degli Aranci di Mineo dopo aver tenuto un sopralluogo nella struttura che potrà ospitare migliaia di immigrati sbarcati in Sicilia e non parteciperà alla conferenza stampa alla prefettura di Catania, ma rientrerà immediatamente a Roma. "Non ci aspettavamo nulla di diverso, senz’altro, è quello che chiede la procura di Milano" commenta l’avvocato Piero Longo, uno dei legali di Berlusconi. Poi sul collegio tutto femminile ha detto: "Benissimo, le signore sono gradite e qualche volta gradevoli. Abbiamo già tre donne nel processo Mills". "Finora noi siamo stati solo spettatori - Longo - la procedura è legittima come la richiesta della Procura e la decisione del gip di rinviare a giudizio, ma il codice non ha consentito e non consente la nostra partecipazione, per cui siamo stati costretti a vedere quello che accade senza poter intervenire".

Soddisfazione in procura È stata accolta con soddisfazione in procura la decisione del gip sulla richiesta di giudizio immediato avanzata dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano. Anche se non è stato rilasciato alcun commento ufficiale, il clima al quarto piano del palazzo di giustizia era di soddisfazione in quanto il gip ha ritenuto sussistente l’esistenza dell’evidenza della prova e la competenza dei magistrati milanesi. L'unico commento stringato arriva dal procuratore capo Edmondo Bruti Liberati: "Ora andremo in udienza".

I dubbi dell'avvocato Saponara "Tre donne a giudicare Berlusconi? La sensazione che la situazione possa essere pregiudizievole per il premier c’è, ma in realtà il problema è politico, ed è di una magistratura che ha ormai scelto una linea nei confronti del presidente del Consiglio". L’avvocato Michele Saponara, che è stato in passato presidente della Camera penale di Milano e anche dell’ Ordine degli avvocati del capoluogo lombardo, e in tempi più recenti consigliere del Csm , risponde così a chi gli chiede cosa ne pensa del fatto che il collegio che processerà Berlusconi per la vicenda Ruby sia di esclusiva composizione femminile. "È facile pensare che proprio perchè sono donne e si discute di ’reati contro le donnè potrebbero essere particolarmente sensibili", osserva Saponara. Non è un caso, fa notare, che nelle giurie popolari la composizione tra i sessi è paritaria perchè "si ritiene giusto che siano rappresentate culture diverse". Ma il problema, nel caso del premier, è ben’altro: "La magistratura ha preso posizione verso Berlusconi ed è inevitabile che i singoli giudici ne risentano.

Il giudizio immediato per questa vicenda è una forzatura, che non ha niente a che vedere con l’obbligatorietà dell’azione penale".

 

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