Da un lato ci sono i titolari dei brevetti "apirene" (la qualità senza semi), dall'altra gli agricoltori dell'uva con i semi. Questi ultimi sono costretti a pagare a peso d’oro i brevetti e a vincolarsi a quel tipo di produzione, hanno fatto ricorso all'autorità garante della concorrenza e del mercato perché la Puglia rischia di perdere il primato produttivo nazionale
