campo rom

Il distanziamento sociale, la pulizia degli ambienti e l’igiene personale, soprattutto il lavarsi le mani, sono alcune delle regole principali da seguire per prevenire il contagio da Covid-19. Ma in luoghi dove le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, dove mancano i servizi minimi essenziali e le abitazioni sono baracche, spesso sovraffollate, queste raccomandazioni diventano difficili da seguire. Siamo stati in un campo rom abusivo, a Giugliano, in provincia di Napoli, un insediamento ai margini della città dove vivono circa 80 famiglie: quasi 500 persone, di cui più della metà sono minori. Loro, hanno saputo dell’emergenza coronavirus dalla televisione, quella che riescono a vedere perché si sono allacciati illegalmente alla rete elettrica. Fino a qualche mese fa nel campo non avevano nemmeno l’acqua corrente. Si contano sulle dita di una mano gli abitanti della baraccopoli che indossano una mascherina. Qualcuno le ha realizzate a mano per i familiari. La paura per il virus c’è ma non ha cambiato i rapporti sociali nell’insediamento. L’unico distanziamento che mettono in pratica nel campo è da quel mondo esterno da cui già erano emarginati

Agata Marianna Giannino
La vita in un campo rom ai tempi del coronavirus

Dal cofano di una macchina a una casa. Nata durante lo sgombero del campo rom avvenuto a Giugliano a maggio scorso, aveva passato i suoi primi giorni di vita in un’auto. Ora, dopo 10 mesi, Ginevra potrà vivere come tutti i bambini. Con il suo papà e con la sua mamma in attesa di un altro figlio, a breve si trasferirà da una baracca a un appartamento preso in affitto nel centro di Giugliano. Si tratta della prima delle famiglie allontanate a maggio scorso dall’accampamento abusivo situato in località Ponte Riccio che riesce a trovare una sistemazione in un alloggio. A renderlo possibile è stato don Francesco Riccio. Dal battesimo di 12 bambini, al coinvolgimento nelle attività della parrocchia, alla ricerca di una casa, l’impegno del parroco della chiesa di San Pio X sta producendo i suoi risultati nell’integrazione di una comunità da decenni relegata ai margini del territorio

Agata Marianna Giannino
La battaglia di don Francesco per l'integrazione dei rom
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