La base delle guardie di Marina di Bakcisarai, a 30 chilomentri dalla capitale della Crimea, è passata con i russi. 60 militari hanno disertato. Nel video i cosacchi filo-russi escono dalla base, dopo aver dato un ultimatum al comandante

La base delle guardie di Marina di Bakcisarai, a 30 chilomentri dalla capitale della Crimea, è passata con i russi. 60 militari hanno disertato. Nel video i cosacchi filo-russi escono dalla base, dopo aver dato un ultimatum al comandante
Ieri il referendum che ha sancito la scelta pro Mosca della penisola. Oggi arriva la risposta dell'Ue: negati i visti e congelati gli asset detenuti all’estero. E degli Usa
La base della marina di Bachčisaraj è circondata da militari, probabilmente russi, che intimano la resa ai soldati. Una parte è passata con Mosca, gli altri resistono ancora
La titolare della Farnesina da Bruxelles: "Alla Russia unica risposta e politica e diplomatica"
Dal seggio numero 12, Natalya Serghevnya snocciola a mezzogiorno i dati di 860 iscritti e 400 elettori già venuti a fare il loro dovere “compreso un 10% di tartari”, che sono musulmani. In realtà si vedono solo babucke che si inchinano davanti alle urne come se fosse un altare
Elmira Sapozhnikova, una bella ragazza di Simferopoli, è un'eccezione rispetto al resto della comunità tartara di cui fa parte. “I nostri leader si sono mangiati un sacco di soldi - spiega in inglese la giovane tartara - Da Kiev ci dissanguano. Scelgo la Russia perché garantirà sviluppo economico e sicurezza”
Fra i giovani che bvotano per il referendum, colpiscono i “russkie motoziclisti ” con i loro scintillanti bolidi e le bandiere di Mosca. “Non chiamateci bikers, parola straniera - esordisce Pietr - Siamo per la Russia e per Putin”
In un’altra scuola adibita a seggio un altoparlante gracchia vecchie canzoni patriottiche dell’Unione Sovietica. Il colonnello Leonid Federovich, veterano della seconda guerra mondiale, che avrà 90 anni, cammina a fatica, ma per l’occasione ha rispolverato la divisa con tutte le medaglie. Non mancano quelle con il faccione di Stalin. Per lui che ha combattuto in Ucraina, Polonia ed arrivò a Berlino nel 1945 è un giorno a lungo atteso. “Con il nuovo potere di Kiev saremmo ben presto diventati degli schiavi. Vogliamo la Russia” dichiara senza ombra di dubbio.
Fin dal primo mattino a Simferopoli un via vai continuo di filo russi vota per il referendum che cambierà la cartina d’Europa.
Secondo gli exit poll, il 93%, di votanti avrebbe scelto l’annessione al Cremlino. Nella piazza di Simferopoli, capitale della Crimea, sotto la statua di Lenin esultano in migliaia per un risultato già scritto urlando “Russia, Russia”