jihadisti

Accoltellò alla gola un poliziotto alla stazione di Hannover: condannata a sei anni per tentato omicidio Safia S., sedicenne tedesco-marocchina. Secondo l'accusa agì per conto dell'Isis

Alessandra Benignetti
Germania, condannata a sei anni baby jihadista: accoltellò un poliziotto per conto dell'Isis

Ad Aleppo i ribelli siriani hanno creato numerosi passaggi sotterranei. Ecco come sono fatti e a cosa servivano

Fulvio Scaglione
Aleppo, nei tunnel dei jihadisti

Ci sono i civili, ad Aleppo est. Dai cinquantamila ai duecentocinquantamila. Un numero tanto grande quanto vago. La parte orientale della seconda città siriana è in mano ai ribelli da quattro anni. Le milizie che l'hanno avuta in mano sono le più disparate. Proprio oggi, il Corriere ha pubblicato un articolo in cui viene riportata la testimonianza di un portavoce di Ahrar Al Sham: "Ci sono stati tentativi iraniani di sfruttare la situazione al Aleppo e impedire qualsiasi evacuazione della nostra gente da Aleppo assediata, ma alla fine un accordo è stato raggiunto nonostante l’intransigenza iraniana". Una fonte autorevole? Non proprio. Ahrar Al Sham, ovvero "Uomini liberi della grande Siria", è un gruppo islamista e salafita. In poche parole: sono dei jihadisti. Jihadisti che ora potrebbero nascondersi anche tra i civili in fuga, come è successo in passato sia in Libia che in Iraq.

Matteo Carnieletto
Quei jihadisti tra i civili in fuga coperti dagli elmetti bianchi

DACCA – La povertà non c’entra. L’ignoranza neanche. I terroristi che combattono in nome dell’islam radicale in Bangladesh sono i rampolli della borghesia della capitale cresciuti nelle migliori università private. “In passato i jihadisti arrivavano dalle scuole coraniche, ma ora non è più così”, spiega il reporter Ziaul Kabir, autore del libro Militancy & Media, un volume che analizza i link tra terrorismo e mezzi d’informazione

Fabio Polese Gabriele Orlini
Ong, kalashnikov e strozzini Così si finanziano i terroristi
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