Elena Barlozzari

Foto profilo di Elena Barlozzari

Sono nata a Roma, in un quartiere dove i ruderi antichi dormono da secoli, imperturbabili da fare invidia. Invece io sono un’anima inquieta. Le suole delle mie scarpe mi raccontano molto meglio di qualche riga impilata. Se potessero parlare, probabilmente, chiederebbero pietà. Collaboro con Il Giornale.it dal 2016 e mi occupo soprattutto di cronaca, con qualche sconfinamento nella politica e negli esteri. La laurea in Giurisprudenza mi è servita moltissimo, a capire che l’avvocatura non fa per me. Sono giornalista pubblicista perché “è sempre meglio che lavorare”. 

Secondo una fonte irachena citata da Al Sumariya TV Al Baghdadi sarebbe ai titoli di coda. Probabilmente ferito in un raid americano di precisione al confine tra Siria e Iraq, il Califfo sarebbe stato colpito assieme ad altri membri dell’organizzazione terroristica più temuta al mondo

Elena Barlozzari
"Il Califfo è stato ferito". È psicosi tra i jihadisti Isis

“Era il 3 luglio del 1984. Una mattina come tante altre mio fratello è uscito di casa e non è mai più tornato. È semplicemente scomparso. Succede così in genere agli albini: vengono aggrediti quando meno se lo aspettano, gli vengono tolti gli organi che servono per i riti magici e poi scompaiono nel nulla”. È una storia che gela il sangue quella raccontata dal giornalista camerunese Stéphane Ebongue a Famiglia Cristiana

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Così vengono sterminati i bimbi albini in Africa

Da “baby jihasiti” a “baby spie”. Alcuni sono ancora dei bambini, altri appena ragazzi, ex combattenti nelle file di al Shabaab “reciclati” per pochi dollari dall’intelligence somala come informatori. A denunciare questa verità nascosta è il Washington Post che, per la prima volta, ha dato voce ad alcune delle “baby spie”. Secondo i dati raccolti dal quotidiano statunitense, sarebbero centinaia i minori passati coattivamente alle file della National Intelligence e Security Agency (Nisa). Coinvolti in missioni ad altro rischio, mandati a viso scoperto nei quartieri più pericolosi della città a caccia di informazioni, minacciati: il quadro che emerge è agghiacciante

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"Così i servizi segreti ci hanno rovinato la vita"

A poche ore dalla suggestiva esibizione dell’orchestra di San Pietroburgo tra le rovine dell’antico teatro di Palmira, la forza della musica ritorna protagonista della martoriata scena internazionale. Stavolta il merito è di una rock band italiana che stupisce il mondo annunciando il suo “Live in Donbass” del 28 e 29 Maggio

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Quella band italiana che aiuta il Donbass

Le grandi battaglie di civiltà hanno nomi e cognomi. La lotta per l’emancipazione dalla sofferenza e per il rispetto dei diritti umani, ad ogni latitudine, spesso s’incarna nel viso degli uomini che l’hanno combattuta. Quella contro la repressione e l’annientamento del dissenso nellaRepubblica Popolare di Cina porta il nome dell’attivista Harry Wu

Elena Barlozzari
Cina, morto Harry Wu: attivista contro i Laogai

“Il mio nome è Giuseppe, Giuseppe Allamano”, inizia a salmodiare. Cinquant’anni, cappellino da baseball, camicia stirata, il somalo che mi siede davanti accompagna i suoi discorsi con ampi gesti, che sembrano trattenere le lunghe onde dell’oceano. Siamo a Mogadiscio, a pochi passi da noi Jaazera beach, il lido della capitale. In questo angolo di paradiso, troppo bello per esser graziato dai terroristi di Al-Shabaab che lo scorso gennaio lo hanno preso di mira facendo otto morti, ogni somalo viene a sognare, lontano dalle macerie della città, un futuro fatto di stabilimenti balneari, alberghi e ristoranti

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Nella comunità cristiana più perseguitata al mondo

Dopo l'assoluzione del leader nazionalista serbo Vojislav Šešelj, le forze kosovare hanno arrestato un altro storico esponente dei filo-serbi: Mihajlović Svonko

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Kosovo, ancora arresti contro nazionalisti serbi
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