I lavoratori dovranno obbligatoriamente utilizzare i moduli ufficiali, che saranno consegnati a cura del datore di lavoro. Dopo oltre un mese di dubbi ecco i provvedimenti che disciplinano la scelta del lavoratore e i fondi di previdenza
Il Tfr non rimane più presso il proprio datore di lavoro ma passa nelle casse delle Stato. Chi lavora in aziende con almeno 50 dipendenti, se decide di mantenere l'attuale disciplina del Tfr vedrà accantonare le proprie quote di Tfr mensili presso un apposito fondo gestito dall'Inps
Il modulo «Tfr-1» per gli assunti prima del 31 dicembre 2006
In alternativa al riscatto, l'aderente potrà mantenere la posizione, anche sospendendo la contribuzione, o decidere di trasferirla ad altra forma pensionistica complementare decorso un periodo minimo di due anni di partecipazione al Fondo
È più conveniente la normativa per le anticipazioni alle forme di previdenza integrativa rispetto a quella applicata al Tfr. A parità di condizioni prevede maggiori importi percentuali richiedibili (75% contro 70%) e una quota massima del 30%
Il lavoratore con almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può ottenere un anticipo non superiore al 70% del Tfr. Anche il lavoratore che decida di destinare il proprio Tfr alla previdenza complementare, può conseguire un’anticipazione
, fino al 75%
Prima di scegliere dove destinare il proprio trattamento di fine rapporto, occorre valutare la disciplina applicata alle prestazioni in capitale. Indubbio il vantaggio dal punto di vista fiscale per i fondi pensione: gli anticipi per motivi di salute saranno tassati al 15 per cento