Roma

Dopo 13 anni di assenza torna a Roma il circo di Nando Orfei

Il circo ha messo le tende in viale di Tor di Quinto, vicino al Gran Teatro. Tra le attrazioni principali l'uomo proiettile e le tigri bianche e rosa

C'è l'uomo proiettile, capace di farsi sparare con un vero e proprio cannone da un capo all'altro del circo, in Italia per la prima volta direttamente dagli Stati Uniti, i trapezisti messicani in grado di effettuare con destrezza il triplo salto mortale, le due gemelle cinesi che piegano il corpo come una molla sorreggendo con mani e piedi candelabri con candele accese. E poi gli immancabili cavalli, coccodrilli, caimani, pitoni albini, cobra, cammelli, struzzi, zebre oltre all'ippopotamo nano. Il circo Nando Orfei ha messo le tende in viale di Tor di Quinto (area Gran Teatro), dopo 13 anni di assenza dalla capitale, alla quale sono legati i momenti più salienti della carriera dell'«ultimo gladiatore». Gli spettacoli cominceranno il 25 dicembre e andranno avanti fino al 24 gennaio. La tournèe 2009 celebra un importante anniversario, quello del 45° anno dalla fondazione del circo Nando Orfei e per questo Nando e la figlia Gioia, direttrice artistica del complesso, con la famiglia Bellucci, partner in questa avventura, hanno voluto fare le cose in grande portando uno spettacolo di grande qualità artistica in una struttura moderna e tutta in poltrone che i giovani fratelli Attilio ed Emidio Bellucci hanno voluto far realizzare per questo nuovissimo tour. Stella della pista sarà Gioia, la figlia più giovane di Nando, che ha ereditato dal papà l'amore per il circo e soprattutto per i cavalli e l'alta scuola di equitazione. «Sarà come vivere un film - assicura Nando Orfei - dove il tempo scorrerà via velocemente e dove rimarrete elettrizzati da uno spettacolo ricco di colpi di scena e di momenti allegri. Uno show con tanta tecnologia, innovazioni musicali e nuovi effetti speciali che lo rendono ancora più straordinario».

Nando Orfei presenterà le rarissime tigri bianche e rosa che si esibiranno in gabbia agli ordini del giovane ammaestratore italiano Emidio Bellucci.

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