Per 150 negozianti Milano è mafiosa Ma in questura non ci va nessuno

Milano città mafiosa? Per 8 commercianti su 10 sembrerebbe di sì. Anche se si tratta di una sensazione, anche numeri non ce ne sono, anche se le denunce poi si contano sulle dita di una mano. Insomma, anche se... Ma secondo un questionario anonimo diffuso tra circa 150 negozi sparsi tra via Vigevano, via Ascanio Sforza e viale Liguria i negozianti ammettono una presenza ingombrante della mafia e il 64 per cento è convinto che «denunciare sia inutile».
L’indagine, realizzata dal mensile «Terre di mezzo» che ha pubblicato un’inchiesta in due puntate su «Milano omertosa» è stata realizzata in 10 domande sull’esempio fornito da un’esperienza analoga di Addiopizzo, «Palermo: vista racket», nella quale appena il 24 per cento dei commercianti siciliani ha dichiarato che si sarebbe rivolto alle forze dell’ordine in caso di estorsione, contro il 45 per cento degli esercenti milanesi. Eppure, nel 2010 le richieste di accesso al fondo antiracket a Milano sono state appena due. «La mafia qui compra i locali, piuttosto che tassarli con il pizzo», scrivono i commercianti nel questionario.

L’imposizione della criminalità secondo la percezione degli esercenti lombardi si concentrerebbe sulle forniture e sulla manodopera. Secondo le stime fornite da Sos Impresa sarebbero 5 mila le vittime di usura a Milano, ma le denunce annuali non arrivano a 10. Milano peggio di Palermo? Può darsi ma per sostenerlo servirebbe qualche prova in più.

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