Abbonati a ilGiornale PDF Premium
potrai consultarlo su PC e su iPad:
25 euro per il mensile
120 euro per il semestrale
175 euro per l'annuale
In 150 sono rimasti senza tetto
Tante macerie. Calcinacci su calcinacci, polvere, pezzi di muro, un tappeto di vetri rotti. E la preoccupazione più grande: quella di trovare il più in fretta possibile i dispersi sotto le macerie. Tanto da farsi mandare una sonda apposta da Bergamo. Intanto si contano i senzatetto. Sono circa 150 le persone costrette a lasciare la propria abitazione a causa dello scoppio dello stabile di via Lomellina 7. Molti risiedono lì, nella palazzina direttamente interessata allo scoppio, altre nelle abitazioni adiacenti a quelle crollate. Alla fine dormiranno fuori casa tutti i residenti dei due stabili attigui al civico 7, il 5 e il 9. Verranno ospitati tutti in alcuni alberghi della città convenzionati con il Comune e preallertati pochi minuti dopo il crollo.
Intanto, però, ieri sera, gli sfollati avevano bisogno di un punto di riferimento lì, sul posto, in via Lomellina. Per ricevere informazioni, acqua, cibo. E avere un po di conforto nonostante il «paesaggio» macabro che li circondava, tra cumuli di macerie e disperazione a ogni angolo. Così, gli uomini della protezione civile si sono messi subito al lavoro e hanno realizzato in tempo record una tensostruttura proprio nel palazzo di fronte a quello sventrato dallesplosione, al civico 8.
Mentre i senza tetto si radunavano davanti ai rispettivi portoni d'ingresso, pazienti, in fila, in attesa di essere accompagnati da un vigile del fuoco per entrare con cautela nelle loro abitazioni e prendere lo stretto necessario per la notte, le istituzioni si preoccupavano di far giungere sul posto anche un altro genere di conforto. In via Lomellina, infatti, ieri sera, oltre a gruppi di unità cinofile che sono stati utilizzate per la ricerca dei dispersi sotto le macerie, è arrivata anche unéquipe di psicologi, i professionisti che vengono utilizzati in casi demergenza. La mamma di Francesco, il bambino morto, inizialmente non voleva alcun medico accanto a sé. Poi, quando il cadaverino del suo bimbo è emerso dalla macerie e si è capito che per lui non cera nulla da fare, è quasi svenuta in braccio a uno degli psicologi.\
Intanto, però, ieri sera, gli sfollati avevano bisogno di un punto di riferimento lì, sul posto, in via Lomellina. Per ricevere informazioni, acqua, cibo. E avere un po di conforto nonostante il «paesaggio» macabro che li circondava, tra cumuli di macerie e disperazione a ogni angolo. Così, gli uomini della protezione civile si sono messi subito al lavoro e hanno realizzato in tempo record una tensostruttura proprio nel palazzo di fronte a quello sventrato dallesplosione, al civico 8.
Mentre i senza tetto si radunavano davanti ai rispettivi portoni d'ingresso, pazienti, in fila, in attesa di essere accompagnati da un vigile del fuoco per entrare con cautela nelle loro abitazioni e prendere lo stretto necessario per la notte, le istituzioni si preoccupavano di far giungere sul posto anche un altro genere di conforto. In via Lomellina, infatti, ieri sera, oltre a gruppi di unità cinofile che sono stati utilizzate per la ricerca dei dispersi sotto le macerie, è arrivata anche unéquipe di psicologi, i professionisti che vengono utilizzati in casi demergenza. La mamma di Francesco, il bambino morto, inizialmente non voleva alcun medico accanto a sé. Poi, quando il cadaverino del suo bimbo è emerso dalla macerie e si è capito che per lui non cera nulla da fare, è quasi svenuta in braccio a uno degli psicologi.\
I commenti saranno accettati:
Qui le norme di comportamento per esteso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Qui le norme di comportamento per esteso.
Condividi:
Commenti: