Cultura e Spettacoli

1978: «ANONIMO VENEZIANO» VINCE IN TV

Anonimo veneziano fu nel 1970 un successo clamoroso del cinema italiano. Diretto con ispirazione da Enrico Maria Salerno e interpretato da due attori allora sulla cresta dell'onda come Tony Musante e Florinda Bolkan, commosse moltissimi italiani. Ambientato in una Venezia autunnale, quasi lugubre, raccontava l'incontro, dopo tanti anni di lontananza, di un orchestrale del Teatro La Fenice, minato da una malattia inesorabile, con la donna che ha più amato. La coppia si ritrova, scopre il passato ma anche il difficile presente. Lui, alla fine, troverà il coraggio di morire, ascoltando l'Adagio del musicista settecentesco Benedetto Marcello. Giuseppe Berto, l'autore di quel capolavoro che è Il male oscuro, aveva scritto e sceneggiato la storia per il film di Enrico Maria Salerno, ma alcuni anni più tardi ne aveva tratto un testo teatrale. Quest'ultimo, diretto dallo stesso Berto, con protagonisti Ugo Pagliai e Lorenza Guerrieri, attrice allora emergente, aveva avuto un buon successo. Così il producer di quella che oggi si chiama Raiuno, responsabile della prosa, pensò di proporlo in una versione nuova, concepita appositamente per il teleschermo. Non mancarono le resistenze perché la Rai, nel 1978, era in piena contestazione e privilegiava, ad esempio, il teatro politico di Dario Fo. Comunque, dopo qualche tempo, il progetto fu approvato, nonostante il fuoco di sbarramento di un alto dirigente. Finalmente la produzione andò in porto, in piena estate peraltro, e girata in bianco e nero, ormai al tramonto. D'altra parte Berto stava morendo per la stessa malattia del suo protagonista e si pensò così di rendergli omaggio con questo testo a lui molto caro. Il programma, però, partì subito con due anomalie. La prima era l'impossibilità di avvalersi del regista teatrale che stava morendo, ma la seconda, ancora più grave, era la scelta improvvida del regista televisivo, un vecchio signore che andava in pensione dopo un mese. Chiamato dalle vacanze in pieno agosto, si presentò alla riunione di produzione con un'aria avvilita e irritata insieme. Ma durante la registrazione, si eclissò addirittura, fra lo stupore di tutta la troupe. Non era mai avvenuto, infatti, nella storia della Rai, che un programma fosse privo del regista e che esso non fosse stato sostituito. Ma i tempi stringevano e così la regia fu opera d'emergenza del protagonista e del producer. Una soluzione, l'unica possibile, per portare a termine il programma e trasmetterlo come omaggio alla memoria di Berto che intanto era morto. Avvenne però, un fatto clamoroso, da nessuno previsto.

Anonimo veneziano trionfò con 15 milioni di telespettatori e diventò un campione di audience della prosa, secondo solo alle commedie di Eduardo De Filippo.

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