
Il Comune ha violato il "Codice dei beni culturali e del paesaggio", perché ha attribuito alla Commissione per il paesaggio, al centro della maxi inchiesta sull'urbanistica, "funzioni in materia urbanistica ed edilizia" e non solo (come dovrebbe essere) di "tutela paesaggistica". Mentre le norme non consentono " di contaminare" le funzioni. In questo senso c'è stata dal 2014 una "volontà politica" di occultare "sotto la nobile veste del paesaggio lo svolgimento delle funzioni di rilevantissimo impatto, anche economico, in materia di urbanistica e edilizia". È l'analisi dell'ex docente di urbanistica Alberto Roccella, consulente incaricato dai pm che indagano su presunti abusi e anche episodi di corruzione.
Nella relazione consegnata il 13 agosto alla Procura e depositata al Riesame il giurista e urbanista fornisce "chiarimenti di carattere normativo sulla Commissione comunale per il paesaggio, con specifico riferimento alla situazione attuale" di Milano. E nelle conclusioni spiega che l'amministrazione comunale con un "regolamento edilizio del 2014 ha fatto rivivere la Commissione edilizia, rovesciando il rapporto esistente in passato con la Commissione paesaggistica", perché quest'ultima ha svolto negli ultimi anni "in composizione unica" anche "funzioni di commissione edilizia". Roccella rileva che "l'attribuzione alla Commissione per il paesaggio di funzioni in materia urbanistica ed edilizia come quelle previste dallo stesso regolamento edilizio e dalle norme di attuazione del Pgt rappresenta una indebita protrazione del sistema istituito" da una legge regionale del 1997 "ormai abrogata, e soprattutto costituisce diretta e irrimediabile violazione del principio fondamentale stabilito dall'articolo 146, comma 6, del Codice dei beni culturali e del paesaggio". In base a tale norma "gli enti destinatari della delega regionale", qui il Comune, "devono garantire la differenziazione tra attività di tutela paesaggistica ed esercizio di funzioni amministrative in materia urbanistico-edilizia". Non solo: "Sia la disposizione di legge sia le deliberazioni della giunta regionale non ammettono la possibilità di contaminare la Commissione per il paesaggio con l'attribuzione di ulteriori funzioni" urbanistiche e edilizie. Una "violazione" che "è sfuggita alla Regione". E che "da parte del Comune" non può "certo considerarsi frutto di incertezze interpretative". È invece "plausibile" che "vi sia stata già nel 2014 e sia proseguita finora una precisa volontà politica di orientare l'opinione pubblica, occultando sotto la nobile veste del paesaggio" operazioni speculative.
Infine l'esperto fa presente: "Salve le modifiche regolamentari del 2024, nel regolamento edilizio è scomparso il divieto per i componenti la Commissione di svolgere incarichi professionali di progettazione edilizia" in città, divieto "opportunamente" inserito nella deliberazione regionale del 6 agosto 2008.