Il 25 aprile no global? Vino in faccia ai deportati

Come da copione. I fischi, gli insulti, le urla «vergogna» e «fascisti» contro il sindaco e il presidente della Provincia che percorrono un tratto del corteo e salgono sul palco dell’Anpi in piazza Duomo per festeggiare il 25 Aprile. E gli eccessi che non ti aspettavi. Come il camion con cui i no global del Cantiere sfondando il cordone di sicurezza sono riusciti a portare quasi fin sotto al palco, con lo striscione «Il nuovo millennio ha bisogno di nuovi partigiani». E quelli che la Resistenza l’hanno fatta sul serio li guardano dal palco, «è una vergogna». Un pensionato del servizio d’ordine della Cgil non crede alle sue orecchie quando gli urlano «fascista». I centri sociali coprono con i fischi anche l’intervento di un cassintegrato dell’ex Eutelia. Litigano con i volontari di Emergency per guadagnare la testa del corteo. I reduci dei campi di sterminio che provano a bloccarli si prendono anche loro dei «fascisti», oltre che birra e vino in faccia.
Podestà incassa i fischi ma assicura: «Non mi sono pentito, sappiamo che qualcuno fischia a prescindere, c’è un modo di fare contestazione che impedisce all’altro di esprimersi».

In 50mila hanno sfilato in corteo e la Moratti preferisce parlare dei «tanti abbracci e delle manifestazioni di affetto», a protestare è «una minoranza organizzata che riesce a essere molto rumorosa grazie agli altoparlanti».

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