Comè possibile? Comè possibile che un giudice decida di dare i miei figlia unaltra famiglia?». Disperata, la domanda. Perché Pietro P., 61 anni, non ha risposte. Ed è stanco. Da quattro anni, è tenuto lontano dai figli. Due bambini di 10 e 11 anni, tenuti in una comunità protetta, lontani dal padre anche se il padre non ha alcuna colpa. Perché in tribunale ci è finita lex moglie. Accusata, lei, di maltrattamenti sui due minori. E Pietro, nellaula del tribunale, è parte lesa. «E allora perché non li posso riavere con me?».
Storia di giudici, ricorsi e denunce. Storia «di uningiustizia», insiste Pietro. «I miei bambini - racconta - vogliono tornare da me, lo dicono e lo scrivono chiaramente, ma non cè stato niente da fare. Mi sento come i genitori di Basiglio, solo che loro i figli li hanno riavuti quasi subito». Invece lui aspetta da quattro anni. Da quando lex moglie è stata denunciata per violenze sui due bambini. «E da allora me li hanno portati via. Da quattro anni i miei figli sono rinchiusi, sequestrati in una comunità. E adesso il giudice del tribunale dei minori ha deciso che devono andare in unaltra famiglia. Ma comè possibile? Io amo i miei figli e voglio che stiano con me. E anche loro lo desiderano». Perché, allestremo di questa vicenda, cè proprio la decisione del giudice per i minori di affidare per tre anni i due bambini a unaltra famiglia. Lontani, quindi, dal padre che vogliono riabbracciare al più presto. «I bambini - spiega lavvocato Antonio Linati, che assiste il signor Pietro - chiedono di essere ascoltati e in base alla Convenzione del fanciullo speriamo che il giudice senta le loro richieste e le loro esigenze». Quel giudice che, fino a questo momento, si è sempre basato sulle relazioni dei servizi sociali, con i quali Pietro ha avuto in più occasioni si è scontrato.
È come un incubo. «Mi sembra di vivere in un complotto - continua il padre - in cui non riesco a dimostrare la verità. Ma continuerò a combattere la mia battaglia. Perché il tribunale dei minori si ostina a non voler rispettare la volontà dei miei figli, e i servizi sociali stanno facendo di tutto per nascondere la verità».
E ormai la misura è colma. «Comè possibile andare avanti in questo modo? Mi lasciano vedere i miei bambini solo una volta alla settimana. E non cè motivo. Se io fossi una persona violenta, se mettessi fossi un pericolo per loro, allora potrei capirlo. Ma non è così.
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