(...) Uomo di cultura, ricercatore per l'archivio storico dell'Ansaldo, direttore del Centro ligure di storia sociale. Insieme alla giornalista della redazione genovese di Repubblica, Donatella Alfonso, ha scritto «Genova, il '68» per Fratelli Frilli Editore, che è distribuito in questi giorni nelle librerie a 14,50 euro e verrà presentato domani alle 18 nellaula magna dellUniversità.
Certo, quella dozzina di pagine sul Sessantotto nero, su 240, non è molto. Ma almeno contribuisce a fare un minimo di chiarezza su quel periodo, precursore dei bui anni di piombo a Genova. Per il resto, gli altri capitoli riguardano la cronaca vista sempre da sinistra. Le facoltà universitarie occupate. I picchetti dei giovani di Lotta Continua. I tafferugli fra giovani di destra che si ribellavano al conformismo contestatore degli eskimo e i ragazzi comunisti che occupavano un pochino tutto. Mica soltanto le università. Anche le altre scuole di classe inferiore, le chiese, le piazze, perfino i muri dei vicoli e i porticati di via Venti Settembre, dove per chi veniva beccato con volantini colorati differentemente dal rosso, veniva puntualmente aggredito e doveva scappare se non voleva essere picchiato. C'era chi, come è successo a Gianni Plinio, la domenica non poteva neppure scendere a comprare i pasticcini perché lo aspettava una squadra di studenti di sinistra per pestarlo.
Ma Borzani e Alfonso raccontano soprattutto della città al bivio, che è poi il primo capitolo del libro. Delle assemblee universitarie, delle fabbriche e del porto, con i camalli che cominciano a essere protagonisti nel condizionare e nell'imporre tutto a tutti finendo poi, nei successivi anni, a contribuire fortemente alla crisi dello scalo genovese. Nelle 240 pagine, con la copertina, ovviamente, tinta di rosso, un bel capitolo è dedicato alla cultura, tra avanguardia e conformismo. Ci sono anche i fermenti della cultura tra la musica dei cantautori e la nascita dell'arte povera. Quello che conta, però, è l'ultimo capitolo di questa storia racconto raccolta di testimonianze. S'intitola «In cerca della rivoluzione». Nell'aprile 1968 fu organizzato proprio a Genova, nella sede della Lega studenti operai a Sampierdarena, il primo convegno nazionale dei compagni che si richiamano alla tradizione operaista. Così cita il libro. Vi partecipano anche Adriano Sofri, Antonio Negri, Giovanni Faina. In sostanza è il primo incontro dove si delinea una folle strategia politica distante da quella del Pci, quasi in contrapposizione. Anche se cominciata e combattuta veramente, da parte dei dirigenti comunisti, solo dopo l'assassinio del sindacalista Guido Rossa, ucciso dagli stessi terroristi rossi. Nasce il progetto rivoluzionario. Da lì alle armi il passo è breve. Ecco gli antagonisti. Ecco l'embrione delle Br.
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