da Milano
Il giorno dopo la «battaglia di Brescia» che ha visto il comitato di sorveglianza di A2A bloccare il piano di riassetto varato dal comitato di gestione si contano i caduti e dispersi, anche perché di vincitori è difficile vederne. Mentre oggi, sempre a Brescia ripartono le discussioni sulla ristrutturazione di teleriscaldamento, energia e reti: lo «stop» bresciano ha fatto clamore, ma non blocca il riassetto del gruppo. E nei giorni prossimi dovrebbero esserci altre riunioni per portare avanti il progetto. Non solo, ma lavvicinamento tra maggioranza e opposizione a Brescia avrebbe suscitato malumori a Roma, anche perché si tratterebbe di una mossa che la sinistra farebbe solo in vista di una spartizione di poltrone.
Intanto Renzo Capra, presidente del comitato di controllo, finisce sotto accusa per aver mandato allo sbaraglio il sindaco di Brescia con una raffica di interviste che lo hanno visto troppo esposto, cosa che a Milano la Moratti ha saggiamente evitato, pur avendo fatto sapere che avrebbe gradito un piano ancora più rigoroso, con maggiori tagli di poltrone inutili. Adriano Paroli è andato allattacco su tutta la linea, compresi i risultati di bilancio, senza rendersi conto che il calo degli utili era dovuto al diverso andamento delle controllate Edison ed Endesa e non alla gestione di A2A, come pure è entrato nel merito dei tempi di pagamento ai fornitori, questione che di solito gli azionisti lasciano al management. Insomma, una battaglia in nome della presenza locale che nasconderebbe una lotta per le poltrone innescata dal riassetto del gruppo e dall'accorpamento delle controllate.
Non tutti sono però convinti che Paroli sia disposto a portare avanti oltre certi limiti una battaglia in nome di Capra, anche perché se lobiettivo del manager bresciano è lindebolimento del comitato di gestione e del suo presidente Giuliano Zuccoli, entro due anni, con il cambio della guardia al vertice del comitato, sarebbe Brescia a restare a sua volta realmente indebolita.
Lunedì, inoltre, secondo indiscrezioni attendibili, anche alcuni componenti bresciani del comitato di controllo avrebbero manifestato il loro disagio per una presa di posizione che non condividevano e avrebbero votato solo per spirito di squadra.
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