Vedi Repubblica che giornale straordinario. L'altro ieri in prima pagina c'era un richiamo a due ampi articoli secondo i quali il 2006 è stato l'anno che ha sconvolto il clima mondiale: solita temperatura globale che cresce, livello dei mari che cresce, buco dell'ozono che cresce, pioggia che se ne va a Sud, uragani e inondazioni, ghiacciai che spariscono, uccelli che non migrano, desertificazione e di converso deforestazione: e quasi tutto per colpa nostra. Questo a pagina 18. Poi a pagina 37 cambiava giustappunto il clima e c'era un'intervista al professor Mauro Agnoletti, un importante ricercatore che a Bruxelles ha presentato un piano strategico sullo sviluppo del paesaggio. «Nei primi decenni del Novecento», parole sue, «la superficie dei boschi in Italia era di circa 3 milioni e mezzo di ettari. Oggi i boschi occupano 10 milioni di ettari». Ma come, e la desertificazione e la deforestazione? I numeri sono quelli.
Il professore ha spiegato che il rimboschimento indiscriminato ha eliminato paesaggi e colline e colture, tanto che il rapporto uomo-ambiente ne è stato deformato: delle 600 tipologie paesaggistiche che l'Italia aveva alla fine dell'Ottocento ne sono rimaste 18. Più che dal clima e dal cemento, il pericolo è venuto da certa agricoltura e dai boschi triplicati. Dunque alberi in eccedenza, che significa, come Repubblica ben spiegava, anche carta, sin troppa carta.Abbatti un albero
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