Quando la realtà sembra ispirarsi ai film che prendono spunto dalla realtà. Mercoledì a Milano sono state fermate due persone, con remoti precedenti per furto e rapina, mentre da una cabina telefonica stavano chiedendo ai familiari di Mike Bongiorno una somma di denaro in cambio della restituzione della salma del popolare presentatore, trafugata dal piccolo cimitero di Dagnente (Arona) nella notte fra il 24 e il 25 gennaio.
Da anni residenti nel Milanese ma entrambi di Cerignola (in provincia di Foggia) i due, Luigi Spera (53 anni) e Pasquale Cianci (62), sono stati portati a Verbania dove sono stati interrogati per tutta la notte. E dove si sono difesi dicendo che con il «colpo» di Dagnente non centrano nulla, che non hanno la minima idea di chi abbia la salma di Bongiorno e che hanno chiesto soldi alla famiglia di Mike solo per procurarsi denaro facile. Insomma, «una bravata» dovuta «al bisogno di soldi». «Ci saremmo accontentati - dicono - di 200mila euro».
Intanto, però, rischiano larresto per tentata estorsione continuata. Prima di tutto perché secondo gli inquirenti, che ovviamente avevano fin dallinizio messo sotto controllo i telefoni dei familiari del presentatore, avevano contattato più volte i Bongiorno. E poi perché, al contrario di quanto sembrava sulle prime, presso gli inquirenti sè diffusa la convinzione che Spera e Cianci non siano due semplici sciacalli. Cè il sospetto, insomma, che siano coinvolti nel trafugamento della salma di Mike quanto meno nel ruolo di intermediari. Infatti ieri il procuratore capo di Verbania, ha diffuso in merito ai due fermi un comunicato che preannuncia una «prossima conferenza stampa». Quanto la soluzione del giallo sia prossima è difficile capirlo, ma lo stesso strappo al riserbo più assoluto, tenuto per sei settimane, fatto attraverso la nota stampa diffusa ieri è stato interpretato come un segnale che gli investigatori avrebbero cominciato a sistemare le tessere di un puzzle fino a pochi giorni fa difficile da comporre.
Sciacalli o intermediari, però, i due fermati ricordano da vicino la sconclusionata coppia protagonista di Lultimo crodino, il film del 2008 in cui Enzo Iacchetti e Ricky Tognazzi chiedevano il riscatto per la salma di Enrico Cuccia. Una pellicola ispirata alla storia vera, quella in cui uno dei due estorsori era stato arrestato in flagranza di reato mentre chiamava Mediobanca da una cabina telefonica.
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