"Abbiamo temuto lo scontro con un altro aereo"

Tragedia sfiorata a Linate. I parlamentari lombardi diretti a Montecitorio raccontano i momenti di panico sul volo in partenza per Roma. Per colpa di una lepre investita sulla pista il decollo è stato interrotto. Tanta la paura tra i 72 passeggeri a bordo. Lo scalo è stato chiuso per dieci minuti per effettuare i controlli del caso

Una frenata improvvisa, poi un colpo violento. A bordo del volo Alitalia Milano-Roma delle ore 14 scatta il panico. I passeggeri si aggrappano allo schienale della poltroncina, si guardano, atterriti. «Oh Dio, cosa succede?» sussulta qualcuno con il cuore in gola. L’aereo non si è ancora sollevato da terra quando scatta l’allarme. Solo più tardi si viene a sapere che il botto è stato causato dall’impatto con una lepre di passaggio sulla pista durante la fase di decollo. L’animale è stato investito da una delle ruote dell’aereo e risucchiato nell’elica del motore destro. Tanta la paura ma, fortunatamente, pochi i danni. Anche grazie ai riflessi e alla prudenza del pilota, che ha preferito non decollare ma tornare indietro per un controllo al carrello. Per effettuare tutte le verifiche del caso, l’aeroporto di Linate ha chiuso per dieci minuti (tra le 13,20 e le 13,30).
Tra i 72 passeggeri coinvolti nell’avventura anche i parlamentari milanesi del Pdl e della Lega, diretti a Roma per i lavori a Montecitorio. Sono gli habitué del volo del martedì per Roma: Viviana Beccalossi, Riccardo De Corato, Giorgio Jannone, il sindaco di Brescia Adriano Paroli, il vicepresidente della Provincia di Brescia Giuseppe Romele. «Abbiamo sentito una frenata molto forte e poi quel colpo, simile a un’esplosione» racconta De Corato, una volta atterrato a Roma con il volo successivo. «Ci siamo presi un bello spavento, soprattutto al momento dell’inchiodata - aggiunge la Beccalossi -. Lì per lì ho temuto che il pilota frenasse così violentemente perché c’era un altro aereo in pista. Poi ho pensato allo scoppio di una ruota. È stato tutto molto veloce, ma abbiamo avuto paura».
Qualcuno per un attimo torna con la mente al disastro aereo in pista a Linate. E, una volta a terra, qualche altro passeggero, vedendo così tanti politici a bordo, confessa di aver pensato, per una frazione di secondo, all’aereo del presidente polacco precipitato pochi giorni fa in Russia mentre era in fase di atterraggio. «Pensieri senza senso - ammette uno dei “pendolari” della linea Milano-Roma - ma che in quei momenti vengono in mente, senza controllo, talmente tanta è la paura». Una volta a terra si pensa anche alla vignetta «premonitrice» dell’Unità sul disastro aereo che ha decapitato i vertici polacchi. «Dopo certe cose - commenta Paroli - ci si rende conto che un certo tipo di umorismo deve anche porsi dei limiti».
I passeggeri che hanno sentito il botto più forte sono stati quelli seduti nelle file di destra. Tra questi anche Giorgio Jannone, parlamentare del Pdl, che aveva il posto prenotato proprio a ridosso del motore. «C’è stata tanta paura» ammette una volta sceso dall’aereo. Il gruppo di parlamentari è stato immediatamente imbarcato su un altro volo ed è riuscito a raggiungere Roma senza particolari ritardi: alle 15,30 i politici milanesi erano già a Fiumicino.
Per esorcizzare la paura (una volta a terra) non mancano le battute: «Riccardo - scherza la Beccalossi, bresciana doc - quasi quasi quella lepre ce la facciamo in salmì. Che ne dici?». «Stasera, tutti a cena da me» ironizza un altro.

Fatto sta che tutti si sono resi conto che quello che è stato un semplice contrattempo avrebbe potuto trasformarsi in un incidente più serio. Anche perché, se la povera lepre non si fosse infilata nel motore (frenandone la potenza) sarebbe stato molto più complicato fermare l’aereo in fase di decollo già molto avanzata.

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