Roma - La proposta di legge è stata depositata alla Camera dei deputati il 29 novembre: «Abolizione dell’Ordine dei giornalisti ed istituzione del registro dei giornalisti professionisti». Mentre il Transatlantico di Montecitorio è deserto per la chiusura dei lavori decisa fino al 14 dicembre, all’ufficio legislativo continuano ad arrivare proposte di legge da tutti i gruppi parlamentari. Tra queste, la prima iniziativa per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti. Il capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, aveva annunciato nei giorni scorsi l’intenzione del partito di occuparsi della questione soprattutto dopo la sospensione di tre mesi per il direttore editoriale del Giornale Vittorio Feltri decisa dal consiglio dell’Ordine. Un deputato del Pdl, Guglielmo Picchi, classe ’73, ha anticipato i tempi: il pdl 3913, depositato da una settimana, sarà sottoposto alla controfirma dei colleghi appena l’ufficio legislativo esaurirà il controllo di prassi: «Credo che la firmeranno a furor di popolo», dice convinto Picchi.
La proposta è articolata in 5 articoli: al primo si prevede l’abrogazione della legge «3 febbraio 1963, numero 69, sull’ordinamento della professione di giornalista ed il relativo regolamento di attuazione». L’abolizione dell’Ordine andrà di pari passo con l’istituzione di un «registro dei giornalisti» da custodire «presso l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni». L’articolo 3 indica che possono iscriversi al registro i giornalisti professionisti, «intendendosi con tale espressione l’avere per occupazione principale, regolare e retribuita, l’esercizio della professione di giornalista in una pubblicazione quotidiana o periodica, in una emittente radiofonica o televisiva o in una agenzia di stampa», anche in caso di diffusione «prevalentemente telematica». Possono fare domanda anche i «giornalisti liberi», che non sono al servizio di un’unica testata ma che «esercitino il giornalismo come occupazione principale e regolare, ricavandone le principali risorse». Via libera anche per «fotoreporter, cineoperatori e reporter-cameraman» se rispondono ai requisiti indicati. La domanda si può presentare solo dopo un anno di attività: la proposta di legge abolisce anche il praticantato di accesso alla professione. L’autorità per le garanzie nelle comunicazioni si occuperà di accogliere o respingere le domande. L’iscrizione al registro, dice poi l’articolo 5, «è rinnovata ogni tre anni e «il titolare decade da ogni beneficio» quando cessano le condizioni previste per l’iscrizione. Questa legge annullerebbe così «lo status sociale vitalizio» di giornalista, come è spiegato nell’introduzione, e abolirebbe anche «la qualifica (altrove sconosciuta) di pubblicista». Picchi spiega di avere in testa l’idea dell’abolizione dell’Ordine da tempo, la sospensione di Feltri è stata poi «uno scandalo: un giornalista stimato da tutti per indipendenza e coraggio che ha sempre dimostrato in tutti i giornali che ha diretto, è stato zittito per aver svolto il suo dovere, avendo fatto tutto quanto era nei limiti della sua conoscenza e con la serietà con cui il lavoro andava svolto».
Gentile Direttore, sono alquanto rammaricata per la sua sospensione. A lei la mia piena solidarietà, continui a far sentire la sua opinione, ne abbiamo bisogno!
Emanuela Santarossa
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Direttore, tre mesi passeranno, ma è curioso che in una nazione con governo di destra fin troppo democratico, lei venga zittito da un’organizzazione a regime di sinistra (ma che bella Italia).
Enrico Portella
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Sono molto dispiaciuta di quanto accaduto: la libertà di informazione va garantita solo ai giornalisti schierati contro Berlusconi. L’hanno voluta censurare perché è un giornalista scomodo, ma tenga duro e cerchi di farsi intervistare il più possibile, così avrà modo di farci sentire la sua voce ed il suo parere, alla faccia loro... E speriamo che si possa andare presto alle urne.
Elena Darosi
Lerici (La Spezia)
Gentile Direttorissimo, dopo il sostegno, l’invito a non mollare mai, ma a continuare a illustrarci i fatti come stanno.
Serafino Introcaso
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Grande Direttore, fregatene! Non privarci dell’orgoglio di mostrare il
Giornale in pubblico, della piacevole attesa dei tuoi articoli e della goduria della loro lettura. Non lasciarci in balia della barbarie moral-bolscevica!
Edoardo Contessa
Brescia
In un Paese in cui si grida alla libertà intellettuale e di stampa, messa a repentaglio - secondo i presunti intellettuali da salotto - da un regime mediatico che non lascia spazio a un’affermazione individuale del singolo, la decisione dell’Ordine suona come una condanna della libertà medesima di cui i vari «show men» sinistri si fanno strenui difensori. La verità- anzi, alètheia , così facciamo un favore all’intellettuale Nichi - va bene solo se a favore di una componente, minoritaria e perdente, della politica italiana. Le voglio esprimere la mia solidarietà e tutta la mia impazienza di tornare a leggere i suoi editoriali sulla prima pagina del Giornale.
Salvatore Lattanzio
Pescara
Caro Direttore, la censura che le è stata inflitta costringendola al silenzio mi umilia e mi mortifica: è una condanna ingiusta nei confronti di centinaia di migliaia di lettori che vengono privati del sacrosanto diritto di avere una diversa informazione su fatti che altrimenti coperti dall’omertà della stampa del regime anti-berlusconiano, mai sottoposta a censura. Le esprimo tutta la mia solidarietà di apolide di sinistra, rimasto socialista seppure senza un partito, disposto a sacrificare la propria libertà per garantire la libertà, di parola e di pensiero, soprattutto a chi ha idee diverse da quelle degli arroganti e dei prepotenti.
Giuseppe Mannino,
ex presidente del Consiglio comunale di Roma (2001-2006)
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Desideriamo esprimere la nostra ferma condanna del provvedimento gravemente liberticida assunto dall’Ordine dei giornalisti nei confronti del Direttore Vittorio Feltri, grande giornalista ed esempio di indipendenza e di onestà intellettuale, a cui va la nostra completa solidarietà ed ammirazione.
Massimo Belladonna e Cinzia Romeo
Genova
Carissimo Vittorio: facci sognare ancora, disubbidisci! Dietro di te hai un esercito di tuoi sostenitori! Vai avanti.
Ivan Lukezic
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Mettere il bavaglio a Feltri, un vero crimine contro la libertà. Questi sono giorni davvero brutti per il giornalismo italiano e per la Costituzione italiana, con la violazione di uno dei suoi principi: la libertà di stampa. Sono sconfortato e demoralizzato, in una situazione di profonda crisi politica, dove l’opportunismo, il tradimento di falsi alleati determina un’immagine negativa di questo Paese che si riflette su tutti noi. Che dire, è stata sancita la fine della libertà d’informazione.
Danilo Ambrosetti
Piglio (Frosinone)
Tutta la mia solidarietà e quella della mia famiglia al nostro Direttore, tenga duro e continui ad essere una voce libera e fuori dal coro, speriamo in una sua candidatura alle prossime elezioni.
Maurizio Passarin e famiglia
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Se davvero merita quel triste destino Feltri, cosa dovrebbero applicare al direttore de la Repubblica ?
Siamo davvero alla frutta e per questo tutti quelli che credono nella vera libertà devono resistere e replicare.
Gilberto Cherio
Riccione
Complimenti vivissimi, dottor Feltri, per la coerenza, il coraggio, la fermezza e quanto altro di buono lei ha dimostrato nella incredibile sentenza che ha il pregio di smascherare la grettezza della rete di sinistra. Avanti con coraggio e fiducia che io, da credente, la sosterrò con la mia preghiera, anche contro le «ire funeste» di certi prelati, purtroppo.
Patrizia Stella
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Mi spiace che non potrò leggere i tuoi editoriali in questo periodo in cui ce ne sarebbe molto bisogno. Sono sicura che il momento non è stato scelto a caso: a pensare male si fa peccato.... con quel che segue. Ha ragione Silvio: questo è un Paese di comunisti (e della peggior specie). Teniamo duro.
Maria Grazia Manuli
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Palesando una chiara ed evidente scelta ideologica, politica, e non professionale, l’Ordine si arroga ad un reato contro la libertà di stampa, per la quale il politico presidente della Repubblica, in questo caso, non si è manifestato garante, neanche della Costituzione.
Silvano Coletta
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Da parecchio tempo non mi sento rappresentata da molta stampa e tv e sono convinta che censurarla sia stato uno dei molti errori che sono sotto i nostri occhi giornalmente. Secondo me c’è la volontà di far scomparire chi canta fuori dal coro, livellare la cultura e il giornalismo.
Luigina Schenone
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Caro Direttore, continui a
fare quello che ha sempre fatto - il giornalista - se ne freghi di questa sospensione- patacca: l’unico loro intento era chiudere la bocca e fermare la mano ad uno dei migliori...Giovanni Mazzone
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