MessinaUn ospedale nella bufera: è il Policlinico universitario di Messina. Dopo la lite tra due medici in sala parto, durante la quale la gestante ha rischiato di morire assieme al suo bambino, e la morte sospetta di Giovanna Panarello, 60 anni, ricoverata lo scorso 24 agosto per dolori addominali e morta tre giorni dopo, adesso emerge un altro caso di malasanità. Sarebbe avvenuto all'inizio dell'estate, a giugno. Riguarda una donna di 37 anni che, ricoverata nel reparto di ostetricia e ginecologia, aveva programmato un aborto terapeutico per le gravi malformazioni del feto che portava in grembo. La donna sarebbe stata costretta a partorire nel bagno della sua stanza, aiutata dalla madre e senza alcuna assistenza da parte dei medici. La procura della Repubblica di Messina ha avviato un'inchiesta per accertare i fatti. Sette persone tra medici e personale paramedico sono stati iscritte sul registro degli indagati.
Sull'episodio è stato presentato un esposto. La paziente ricoverata per essere sottoposta ad un aborto, la notte tra il 11 e il 12 giugno inizia ad avere delle contrazioni. In quel momento però nel reparto non ci sono medici. La donna chiede aiuto, chiama ripetutamente un infermiere del reparto che però allarga le braccia e spiega che loperazione deve essere rimandandata al giorno dopo. Dice, secondo quanto ha riferito la donna, che nessuno dei medici di guardia poteva intervenire in quanto tutti obiettori di coscienza: l'aborto quindi sarebbe stato praticato da un altro medico, ma a distanza di 12 ore. A notte fonda gli eventi, però, sono precipitati e la donna ha partorito, senza alcuna assistenza dei sanitari, in bagno. Con accanto solo la propria madre. Dopo la denuncia della donna, l'avvio dell'indagine.
Policlinico dunque sempre più nel occhio del ciclone. A tentare di gettare acqua sul fuoco, chiedendo di non generalizzare, è il professore Manlio Magistri, direttore sanitario dell'ospedale, da due giorni commissario dell'Unita di Ostetricia e Ginecologia al posto del professor Domenico Granese, che è stato sospeso dopo la lite tra due medici. Magistri torna sul caso della rissa in sala parto: «Questo - spiega - non è un caso di malasanità, ma un episodio che coinvolge dei singoli. Ritengo che chi ha sbagliato deve pagare, ma non per questo bisogna generalizzare».
Il neo commissario dell'Unità di ostetricia, il reparto sotto i riflettori, puntualizza: «È giusto che si faccia chiarezza sulla vicenda e siamo fiduciosi sull'operato della magistratura. Ma qui ci sono professionalità di rilievo nazionale e internazionale e non deve accadere che per colpa di pochi sia screditata tutta l'azienda». Duro il parere del presidente dellOrdine dei medici di Messina, Giacomo Caudo: «Agiremo con tempestività, per garantire nel più breve tempo possibile ladozione di provvedimenti adeguati alle responsabilità di chi ha sbagliato. Senza essere giustizialisti nè garantisti».
Nel frattempo arriva un altro giallo in sala parto, un altro litigio, questa volta fra le ostetriche: sarebbe successo a Roma il 28 agosto e i genitori, disperati per la morte del figlioletto, accusano e hanno presentato denuncia; sarà la magistratura a indagare. Secondo il Messaggero, il padre dice «Voglio giustizia e verità, per me ci sono state delle negligenze».
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