Milano - Centosette pagine che accendono il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. È un duro attacco al governo Prodi, la memoria presentata dalla procura di Milano alla Corte costituzionale in relazione al sequestro di Abu Omar. Perché - secondo i magistrati - la presidenza del Consiglio, nel rivendicare il segreto di Stato sugli atti, avrebbe «menomato gravemente le attribuzioni costituzionali della procura di Milano» con un atto «illegittimo sotto vari profili», mostrando un «inopinato mutamento di linea politico-istituzionale» rispetto a quella tenuta dall’ex premier Berlusconi. E, accanto alla procura, si schiera l’ufficio dei gip milanese, per il quale «il presidente del Consiglio non può secretare notizie e documenti dopo che gli stessi siano già stati acquisiti dai magistrati». La richiesta è che la Consulta ordini a Prodi di «esibire ogni atto con cui il segreto in questione sarebbe stato apposto».
Secondo il documento depositato dalla procura, redatto dal costituzionalista Alessandro Pace, il segreto di Stato non venne opposto ai tempi dell’esecutivo Berlusconi, né dal Sismi prima del 15 luglio 2006, quando Pollari, ascoltato dai magistrati, si avvalse della facoltà di non rispondere, sostenendo che si sarebbe potuto difendere solo producendo una serie di carte coperte dal segreto. Il 26 luglio del 2006 - è la ricostruzione dei pm -, Prodi rispose a una lettera del procuratore di Milano Manlio Minale (che chiedeva la trasmissione dei documenti relativi alle cosiddette «extraordinary renditions»), comunicando la sussistenza del segreto di Stato su tutti i «fatti concernenti il sequestro di Abu Omar» e «su tutte le vicende descritte che lo hanno preceduto». Ma così facendo c’è stato un «inopinato mutamento di linea politico istituzionale», visto che l’ex premier Berlusconi, con una lettera dell’11 novembre 2005, aveva assicurato che «il governo e il Sismi sono del tutto e sotto ogni profilo estranei a qualsivoglia risvolto riconducibile al sequestro» di Abu Omar, senza fare alcun accenno all’esistenza del segreto di Stato. E quella comunicazione di Berlusconi «sollevava la procura di Milano dall’onere di richiedere, di volta in volta, se ci fossero o meno fatti o documenti coperti dal segreto di Stato».
I magistrati ritengono che la lettera di Prodi sia un «atto illegittimo» - di cui ora si chiede alla Corte costituzionale l’annullamento - perché «viziato per eccesso di potere» ed erroneo «nei presupposti», perché «il presidente Prodi afferma un fatto» che «non risponde a verità» (e cioè che sul rapimento Abu Omar, Berlusconi avesse opposto il segreto senza indicare quando questo sarebbe avvenuto), e perché «diversamente dal comportamento tenuto dal suo predecessore, finisce per coprire con il segreto di Stato fatti eversivi dell’ordinamento costituzionale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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