Anche il sindaco Beppe Sala ha dichiarato giorni fa che Milano è al completo, non è in grado - in particolare - di accogliere ancora migranti minori non accompagnati («i posti stanno finendo, ne abbiamo 400 al massimo») e all'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza fa «piacere che adesso anche una parte della sinistra si sia accorta che l'immigrazione va regolamentata e gestita, finora non è stato così». E «la segretaria Elly Schlein continua a proporre come ricetta del Pd le porte aperte per tutti e una improbabile ridistribuzione a livello europeo, mentre i flussi vanno regolati, contenuti e resi regolari». Sicurezza e immigrazione diventano il tema clou della convention «L'Italia vincente» organizzata ieri da FdI per fare il bilancio di un anno di risultati al governo e nelle aule parlamentari, anticipare i prossimi obiettivi e scaldare la base in vista delle Europee del 9 giugno 2024.
All'Auditorium Testori di Palazzo Lombardia le poltrone sono tutte occupate già dal primo dibattito della mattinata. La colonna sonora è «Il cielo è sempre più blu» di Rino Gaetano, ormai scippato alle feste dell'Unità. Kermesse aperta con un minuto di silenzio in onore dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il giorno dopo la scomparsa. E ridotta a una sola giornata perchè il leader e premier Giorgia Meloni, che doveva intervenire (in video da Roma) questa mattina, sarà presente all'apertura della camera ardente. É passato solo per un saluto ma è volato a Roma ieri anche il presidente del Senato Ignazio La Russa, rimossa dalla scaletta la sua intervista sul palco, dove si alternano invece (tra gli altri) deputati eletti a Milano e in Lombardia Marco Osnato, Stefano Maullu, Andrea Mascaretti, Grazia Di Maggio, Carlo Maccari, Andrea Tremaglia, Lorenzo Malagola, Fabio Raimondo, Paola Frassinetti, Lucrezia Mantovani, Giangiacomo Calovini, Paolo Chiesa. Primo «slot» su «Sicurezza, immigrazione e lotta alla mafia», moderato dal vicedirettore del Giornale Francesco Maria Del Vigo.
Il sottosegretario per la Difesa Isabella Rauti rievoca lo slogan inventato dal papà Pino, leader Msi - «aiutiamoli a casa loro» - tornato quanto mai attuale per contenere un'immigrazione fuori controllo. «Va garantito a chi vive in Africa il diritto a non emigrare perchè nel proprio paese si ha il diritto di vivere dignitosamente - ribadisce Isabella Rauti -. L'Europa ha preso impegni con la Tunisia e li deve rispettare, sia quelli economici sia quelli politici, altrimenti «rischiamo di peggiorare il record negativo degli sbarchi del 2016», sotto il governo Renzi. «La sinistra europea - ha proseguito - sta cercando di bloccare il memorandum sottoscritto con la Tunisia che ha già bloccato 40mila partenze, mentre c'è un bisogno reciproco che venga rispettato e vengano stanziati i fondi».
Sui nuovi Centri per il rimpatrio annunciati dal governo - uno per regione - «entro due mesi dovremo dare una risposta - assicura il sottosegretario -, abbiamo preso l'impegno di costruire o individuare aree dismesse da ripristinare per arrivare a venti centri» e quindi visto che ora sono aperti otto, «ne restano dodici da creare. E aumenterà anche il numero dei militari del progetto Strade sicure». I rimpatri «sono aumentati del 20% l'obiettivo è molto più molto più ambizioso». Ci sarà un nuovo Cpr anche in Lombardia, «i cittadini devono capire che non saranno centri di accoglienza da cui si può uscire ma centri chiusi e vigilati, l'impatto sui quartieri sarà assolutamente minimo» aggiunge Fidanza.
Il deputato ed ex vicesindaco Riccardo De Corato ricorda che «solo a Milano ci sono 50mila clandestini e la Lombardia è la regione che accoglie di più con il 13% di tutti gli immigrati. A Milano, dati della questura, il 95% degli arrestati per rapine con destrezza è costituito da stranieri e nel carcere di San Vittore il 70% dei detenuti non è italiano. Per questi motivi, e perché il Cpr di via Corelli è al collasso, ribadisco la necessità di avere in Lombardia un altro Centro per le espulsioni».
Con i presidenti delle Commissioni Affari Esteri della Camera dei deputati Giulio Tremonti e del Senato Giulio Terzi di Sant'Agata si esalta sul palco la nuova centralità dell'Italia ai tavoli in Eu e dei leader
mondiali. E Tremonti torna a ribadire lo slogan degli aiuti in Africa: «Non basta accogliere, se i giovani se ne vanno quelle società crollano. L'Africa è piena di materie prime, devono restare a lavorare sulle loro ricchezze».
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