Accoltella figlio e moglie, poi si uccide

Il padre si è accanito con una lama sul 42enne disabile in preda a una crisi e l’ha ferito in modo grave. Nel raptus ha colpito anche la donna che cercava di scappare. Alla fine si è buttato dal quinto piano

Quando hanno sentito le urla di una donna provenire dal pianerottolo - e poi poco dopo le sirene dell’ambulanza e delle forze dell’ordine spezzare la quiete del centro di Bresso - i residenti hanno subito compreso che nel palazzo di via Allende una tragedia aveva colpito una famiglia della città del nord Milano.
Le grida risuonate poco dopo le 3 di notte, infatti, non erano i «soliti» rumori che provenivano dall’appartamento al quinto piano dove un 42enne disabile, colpito a volte da crisi notturne, vive con i suoi genitori.
Convinto probabilmente di «non avere via d’uscita», esasperato dalla difficile situazione familiare, la scorsa notte, un uomo di sessantanove anni ha accoltellato la moglie e il figlio e poi si è suicidato gettandosi dalla finestra della sua abitazione.
Il figlio, Mauro, di 42 anni, affetto da disabilità mentale, è in gravissime condizioni all’ospedale Niguarda, colpito sette volte al torace e raggiunto da numerosi fendenti agli arti. Venti colpi in tutto. La moglie Annamaria, 71 anni, è ferita al gluteo e non sarebbe in pericolo la vita.
Secondo una prima ricostruzione dei militari, l’anziano, Renzo, ex operaio pensionato di 69 anni, si è svegliato nel sonno, forse già pronto a colpire o forse svegliato dalle urla del figlio che spesso, riferiscono i carabinieri, aveva delle crisi notturne. In preda a un raptus, avrebbe preso un coltello da cucina con la lama lunga una trentina di centimetri e si sarebbe scagliato contro i familiari.
Le forze dell’ordine stanno cercando di capire se il sessantanovenne abbia prima colpito la donna, poi riuscita a fuggire e a chiedere aiuto, o si sia recato subito nella stanza del figlio e solo in seguito abbia ferito la moglie accorsa a difendere il quarantaduenne. È stata la settantunenne ferita a correre fuori dall'appartamento e ad attirare così l’attenzione dei vicini, che hanno chiamato l’ambulanza.
Mentre la donna veniva soccorsa dai vicini, l’ennesima terribile decisione. S.R. si è gettato da una finestra della casa, al quinto piano dell’edificio, ed è morto poco dopo l’arrivo dei soccorsi.
In pochi minuti in via Allende è, infatti, giunto il personale del 118 di Milano, che ha trasportato la donna al pronto soccorso dell'ospedale Fatebenefratelli e il 42enne,con numerose ferite agli arti, torace e addome, a Niguarda. Sul posto sono giunti anche i carabinieri.
Il quarantaduenne, sottoposto a un’operazione chirurgica durante la mattinata, è in prognosi riservata. Secondo quanto riferito dai vicini, scioccati e increduli, accadeva spesso che il disabile si svegliasse durante la notte e iniziasse a urlare. Per questo motivo in un primo momento non avrebbero dato troppo peso alle urla che provenivano dall’appartamento.
Nessuno però, tra i residenti di via Allende, avrebbe mai immaginato che il sessantanovenne potesse decidere di ferire gravemente il figlio e la moglie e togliersi la vita.


Alcuni vicini ricordano che l’anziano – apprezzato da tutti -, nell’ultimo periodo, appariva «distante» e «di malumore», esasperato per le frequenti crisi del figlio. Una tragedia che ha colpito l’intera città che silenziosa per tutta la giornata di ieri è sfilata davanti al palazzo dove si è svolta l'ennesima tragedia familiare.

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