«Accordo di buon senso o sarà il fallimento»

«I buoni affari si fanno in due. I francesi non devono forzare la mano»

da Milano

Adesso è tutto nelle mani del sindacato?
«Del sindacato e della politica - risponde Marco Veneziani, segretario nazionale della Uil Trasporti-. Con i lavoratori occorre l’accordo, ma sarà il prossimo governo a dare il benestare definitivo».
Ci sono ancora incognite?
«Non credo. Il fatto che sia ormai una scelta obbligata, senza alternative, rende più facile l’operazione. Se no c’è il commissariamento, ovvero il fallimento».
Ma il sindacato farà l’accordo senza fiatare?
«Non accetterà passivamente. C’è sicuramente un margine di trattativa, come in tutte le trattative».
Le proposte di Air France potrebbero essere dure...
«Non credo».
Si parla di 1.700 esuberi.
«Ma non saranno 1.700 persone per la strada. Sia Alitalia che il governo hanno garantito che non saranno uscite traumatiche, ma prepensionamenti e incentivi alla pensione. Ci sarà volontarietà».
Tutti in pensione? Così vecchi?
«Se necessario, faremo della solidarietà, lavorando di meno per lavorare tutti».
Pratica un po’ italiana. Ve la passerà Air France?
«Credo di sì».
Ma questi tagli non sono tardivi? Non si poteva tagliare prima a vantaggio di un’Alitalia italiana e non francese?
«Nell’era Cimoli già si è passati da 22mila a 19mila dipendenti. Comunque credo che se la compagnia fosse stata ristrutturata dieci anni fa, ai tempi di Schisano o di Cempella, oggi non saremmo in queste condizioni».
Ma non è stato fatto anche per le rigidità sindacali.
«È vero, anche per quelle».
Pentimenti?
«Si. È mancata una ristrutturazione vera. La politica ha molte colpe».
E gli assistenti di volo che 5 anni fa hanno spedito valanghe di certificati medici, di colpe non ne hanno?
«Non è stato un fatto determinante. Ci volevano scelte strategiche a monte».
Ora Alitalia sarà ridimensionata?
«Sarà efficientata. Dopo un paio d’anni di cura potrà decollare di nuovo. L’Italia è pur sempre un mercato da cento milioni di passeggeri».
Si va dunque verso l’accordo? Non ci potranno essere altre sorprese?
«Credo che Air France avrà buon senso, come pure i sindacati e la politica. L’alternativa è il fallimento.

Air France diventa la più grande compagnia del mondo, non deve forzare la mano. I buoni affari si fanno in due, mi auguro che prevalga il senso d’equilibrio».
Colpi d’ala di Air One?
«Non credo. Seguirà la sua strada. Ha spazio per successi».

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