Esercitarsi nel lobbing, fare pressioni sul sindaco Alemanno, quando al centro delle dispute cè il gruppo Acea spa (lex-municipalizzata dellacqua, dellenergia e dellambiente), e i suoi vertici. In pista ci sono almeno una decina di candidati, senza escludere i magnifici 5 - nominati da Veltroni - che occupano attualmente il board. I nomi vanno da Fabiano Fabiani in carica come presidente, per finire allamministratore delegato Andrea Mangoni (vicinissimo allex-assessore al bilancio Marco Causi). Tra i papabili cè Giancarlo Elia Valori, sponsorizzato - si dice - dallex-presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Cè da aggiungere che oltre ad Andrea Bollino, presidente del Gse (ente gestore della rete elettrica nazionale), degli altri candidati non si sa molto. Ma il riassetto della multi-utility romana è fondamentale per la politica che la nuova Giunta comunale deve portare avanti in una fase delicata di crisi sociale, politica e finanziaria. LAcea è lunica società del comune di Roma quotata in borsa e pesa nella holding capitolina per il 64% del patrimonio, lAtac per il 28% e lAma per il 3%. La politica della nuova amministrazione si sta indirizzando verso i ridisegno delluniverso di pianeti e satelliti creati da Rutelli e Veltroni. E non sarà un gran che, visto che gli altri enti e le società capitoline incidono ciascuna per l1% del patrimonio se non ci sarà un deciso riassetto dellunica società quotata in borsa (appesantita anchessa da una miriade di società ed esposizioni pesanti) con al suo interno degli azionisti privati rilevanti e una quota non secondaria di azionariato diffuso. Il cambio dellamministratore delegato Ama è stato fatto, quello di Atac e Met.Ro. pure, ma quando si parla di Acea spa la cronaca inevitabilmente affonda nel pantano dei poteri forti, per cui tutto si liquefà come neve al sole. Il refrain è: Caltagirone sì Caltagirone no, Suez sì o Suez no? Anche perché i privati nel cda hanno quattro rappresentanti eletti dallassemblea degli azionisti, che resteranno in carica fino alla scadenza naturale di aprile 2009 mentre gli altri cinque, che sono stati riconfermati per nomina dellex sindaco Veltroni, possono essere sostituiti da quello in carica, Gianni Alemanno, in qualsiasi momento. Peraltro i consiglieri in rappresentanza del 51% del Comune sono i veri grandi sconfitti nelle elezioni a Roma. Dal presidente Fabiano Fabiani, allad Andrea Mangoni, ai consiglieri Luigi Spaventa e Piero Giarda, alla prodiana Luisa Torchia. Tutti pezzi da novanta dellancien régime che incutono rispetto per curricula e militanza nella prima e nella seconda repubblica. Ecco perché, dopo la debacle elettorale di Rutelli e del Pd di Veltroni - arbitro e padrone dei destini dellunica azienda romana quotata in borsa - i rumors davano per certa limmediata sostituzione del presidente Fabiano Fabiani. Ora i tempi sono maturi e le indiscrezioni sui nuovi equilibri e sui papabili sembrano più realistiche. «Dieci anni di gestione Rutelli-Veltroni - aveva dichiarato in campagna elettorale Alemanno - sono stati il periodo in cui lAcea si è occupata di progetti fallimentari. E aggiungeva lAcea deve tornare a essere unazienda amica dei cittadini. Invece linasprimento delle tariffe e la ricerca di logiche finanziarie hanno portato a una gestione della fornitura denergia e dellacqua potabile tuttaltro che amica.
Che cosa ci si aspettava dallelezione del nuovo sindaco e ancora ci si aspetta per rilanciare lAcea? Che il presidente e il Ceo executive siano rimossi e sostituiti non già col criterio del manuale Cencelli, in tal caso avremmo solo la sostituzione duna maggioranza con unaltra, bensì col criterio della competenza e indipendenza da fazioni e vecchi interessi e un nuovo piano industriale. LAcea non può più restare nel limbo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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