Cronaca locale

Acqua, passerelle, verde Da oggi la Darsena può tornare ai milanesi

Grande attesa per la sentenza del Consiglio di Stato Il Comune ha pronto il progetto per qualificare l’area

Acqua, passerelle, verde 
Da oggi la Darsena 
può tornare ai milanesi

La Darsena entro l’estate sarà restituita ai milanesi, questa l’intenzione del sindaco Moratti che ha chiesto ai suoi uffici di elaborare due diversi progetti. Tutto al momento è in stand by in attesa del pronunciamento nel merito da parte del Tar, da cui si attende la sentenza da oltre due mesi. Intanto è fissata per oggi l’udienza del Consiglio di stato chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Progetto Darsena spa, la ditta vincitrice dell’appalto per la rtealizzazione di un parcheggio sotterraneo da 713 posti a rotazione e 300 box, contro la sospensiva concessa dal tribunale amministrativo il 22 aprile. Due le ipotesi per la giornata di oggi: il Consiglio di stato potrebbe rigettare il ricorso e quindi ribadire la correttezza dell’operato del Comune che a gennaio ha revocato la concessione alla progetto Darsena per inadempienza oppure rimandare l’udienza di circa un mese, in attesa della sentenza nel merito del Tar. Se il giudice amministrativo d’appello rigetterà già oggi il ricorso, allora Palazzo Marino metterà in atto il «piano A», ovvero riqualificare velocemente la Darsena per l’estate. In questo caso di tratterebbe di una sistemazione «light» sia per i costi dell’intervento sia per la tempistica. Terminate le operazioni di pulizia dell’area, costate 60mila euro, si tratterebbe di eliminare completamente il cantiere: recinzioni, le pompe idrovore, gabbiotto, macchinari rimasti. Il bacino verrebbe lasciato così com’è con la parte a verde, dove ormai si è stabilita una colonia di aironi, e una parte d’acqua. Passerelle in legno permetterebbero di attraversare la Darsena da una sponda all’altra. Sistemati anche i percorsi pedonali si tratterebbe semplicemente di installare un sistema di illuminazione. E voilà con 300mila euro il gioco è fatto. In Comune hanno imparato ad agire con i piedi di piombo soprattutto quando ci sono di mezzo i tempi della giustizia: nel caso in cui il Consiglio di stato rinvii l’udienza in base alla sentenza del Tar, la riqualificazione non partirà questa settimana, ma a fine luglio, o comunque quando si potrà essere certi che l’area sia tornata definitivamente nella mani dell’amministrazione.
Il «piano B», invece, prevede un intervento più consistente che verrà messo in atto solo quando l’iter giudiziario sarà definitivamente concluso, ovvero quando il Consiglio di stato si sarà pronuniciato nel merito, a favore di palazzo Marino ovviamente. Una cosa è certa: in attesa che i tecnici di Mm terminino la valutazione sullo stato delle sponde, il sindaco ha deciso che nell’ex porto di Milano dovrà tornare l’acqua. Completamente. Ecco allora che i due milioni e mezzo di euro preventivati serviranno per consolidare in maniera strutturale le sponde, per far fluire nuovamente acqua e pesci nel bacino, recintare i resti delle mura spagnole affiorate con gli scavi e illustrarli con cartelli, costruire percorsi ciclopedonali lungo il perimetro, sistemare piante e alberi dove possibile, installare chioschi, edicole e panchine.

In una parola restituire un volto alla Darsena.

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