Ad Ancona gli sconosciuti al potere

Sabato scorso ha fatto le prove da capolista travolgendo il Frosinone primo in classifica. Questa sera, nel recupero casalingo col Piacenza, l’Ancona tenta quello che nessuno si sarebbe mai aspettato: vincere e guardare tutti dall’alto.
Parlare di miracolo è obbligatorio perché i marchigiani del presidente Perrotti stanno davvero vivendo un sogno e cercano di non pensare ai problemi societari che li affliggono: entro il 31 ottobre il club deve ricapitalizzare (1,5 milioni da versare) e risolvere il problema stipendi arretrati e adempimenti vari. Senza dimenticare che la squadra non ha un campo fisso d’allenamento ed è costretta a girare per le Marche in cerca di ospitalità, arrivando al punto di lanciare on-line una richiesta di aiuto per trovare un terreno di gioco dove potersi allenare regolarmente. Ma dell’Ancona che nella passata stagione tra i cadetti riuscì ad agganciare in extremis i playout e poi a salvarsi non si sa come, è rimasto soltanto un lontano ricordo perché l’allenatore che il 3 maggio 2009 subentrò a Francesco Monaco con la bacchetta magica, è lo stesso che adesso ha trasformato i marchigiani in una squadra champagne, con gioco spregiudicato e spettacolo a non finire.
Walter Salvioni, 56 anni, è l’artefice principale di questa rinascita; un tecnico che da calciatore ha giocato in A con Foggia e Brescia e tanta serie B e C. Lo stesso Salvioni che, appese le scarpe al classico chiodo, aveva iniziato come mister in serie D nel 1989 a Seregno, per poi passare a Crema, Vasto e Parma dove, per sei stagioni, aveva allenato la primavera.
Nel 2000 la folgorazione sulla via di Roma: il presidente giallorosso Franco Sensi lo chiama per allenare il Nizza, squadra francese di Ligue 2, appena acquistata. Il primo campionato si conclude con il 13º posto, mentre nella successiva stagione arriva il 3º posto e la promozione in Ligue 1. Ma la nostalgia del calcio italiano è tanta: «Nessuno ha la professionalità dei nostri atleti», afferma Salvioni. «Ricordo che i francesi due ore prima della partita mangiavano salmone e yogurt. E io, che avevo avuto come maestro Ancelotti a Parma, non vedevo l’ora di tornare a casa». Un rientro non facile perchè in B nel Cosenza e poi nell’Hellas Verona viene sostituito, fa per due anni il disoccupato, nel 2006 in C1 retrocede col Lumezzane, va tra i dilettanti della Caravaggese, finchè nel maggio 2009 viene chiamato dal ds marchigiano Larini a sostituire Monaco. «Appena arrivato la squadra decide di scioperare, non contro di me, ma a favore di Monaco. Una bella dimostrazione d’affetto».
Fatto il primo miracolo e salvata l’Ancona, Salvioni ora ci riprova.

Ha buoni giocatori come il portiere brasiliano Da Costa; i difensori Cristante, Pisacane, Cosenza; i centrocampisti Surraco, De Falco, Miramontes e punte doc come Colacone, Mastronunzio e Schiattarella, sì proprio quello che all’Olimpico di Torino fece ai granata un gol da metà campo. E sabato, sempre al Conero, arriva il Cesena terzo in classifica: gli esami per Salvioni sembrano non finire mai.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica