Garlasco, Venditti e carabinieri a Brescia. "Da pm sequestri clone di quelli precedenti"

Nel merito del filone secondario dell'indagine per l'omicidio di Garlasco, a Brescia l'udienza del riesame per il dissequestro dei dispositivi dell'ex pm, indagato, e dei carabinieri Sapone e Spoto

Garlasco, Venditti e carabinieri a Brescia. "Da pm sequestri clone di quelli precedenti"
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Udienza breve a Brescia per discutere il ricorso al Tribunale del Riesame contro il sequestro degli apparati informatici disposto dalla Procura bresciana nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta mala gestione della procura di Pavia. Sia in ingresso che in uscita, l'ex pm Mario Venditti non ha rilasciato dichiarazioni alla stampa, solo il suo legale, Domenico Aiello, ha riferito che lunedì verranno effettuati i depositi. L'ex pm di Pavia ha già ottenuto due dissequestri a Brescia e questa mattina, come hanno sostenuto tutti i legali che si sono presentati davanti alle telecamere, i pm non si sono presentati.

"Questo è un accanimento, chiarezza avrebbero dovuto farla prima. Hanno fatto solo ieri quello che un ragazzino di quinta elementare avrebbe intuito dal primo momento, interrogare gli avvocati", ha dichiarato l'avvocato Aiello, che è stato il meno loquace dei legali in uscita dal tribunale. "L'assenza del pm in aula segna una definitiva bancarotta del decoro e della coerenza con cui questa azione è stata iniziata e condotta a termine. I pubblici ministero disertano l'udienza senza nessuna giustificazione, con un comportamento inqualificabile, dopo aver appreso da tre avvocati diversi, sentiti come testimoni, che i soldi sono stati presi da loro", ha detto poi Aiello all'Adnkronos.

Si sono presentati anche gli avvocati dei due carabinieri Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. "Il pubblico ministero ha ripresentato una sorta di clone del sequestro precedente, senza che nulla sia cambiato nel frattempo. A nostro avviso i motivi non sono formali, ma di natura sostanziale, perché manca un collegamento funzionale tra le prove ricercate e l'oggetto sottoposto a sequestro. Quindi ci aspettiamo un altro annullamento oggi", ha spiegato l'avvocato Giorgia Spiaggi, legale di Sapone. "Il luogotenente Sapone ha sempre detto di non ricordare di aver fatto quelle telefonate. Non lo si può accusare se non ricorda quelle telefonate", ha proseguito il legale in riferimento alle telefonate intercorse con Andrea Sempio, che sono oggetto di approfondimento in questi frangenti. L'avvocato Spiaggi è poi intervenuta a Mattino5 ribadendo il concetto sulle telefonate tra il suo assistito e l'allora indagato non hanno importanza perché, dice, "non conosceva Sempio, i tabulati rappresentano atti di indagini, semplicemente Sapone ha cercato di contattassero Sempio più volte. Il giorno dopo è stato Sempio a richiamare e lì c’è stata questa telefonata" di 5 minuti. Sapone, dice il legale, "non l’ha mai incontrato, la telefonata è un atto di indagine per avere qualche delucidazione" perché, ha proseguito l'avvocato, "Sempio era titolare di più utenze quindi il luogotenente ha rintracciato quella che era usualmente in uso".

L'avvocato Casali, in uscita dal tribunale, ha poi parlato del lato tecnico: "Il nuovo decreto non indicava indicazioni temporali, quindi ci siamo concentrati su questo. Il mio assistito rispedisce ogni tipo di accusa. Il giudice non ha dato tempistiche", sottolineando che "Spoto non è indagato, io lo seguo solo per ragioni tecniche, che sono le mie preferite, perché altrimenti dovrei scendere in campo, e in quel caso nessuno ne esce mai bene, perché c’è sempre l’opinionista di turno che la penserà diversamente". In merito alla discrepanza nelle intercettazioni del 2017 rispetto agli audio delle intercettazioni, spiegando che "Quella frase riportata nelle trascrizioni, con il senno di poi, nelle attuali informative si dice che quella frase non è stata riportata e non è vero. Ma non solo 'quei signori lì', è stato riportato quello che è stato detto esattamente, ossia che 'quei signori lì' erano gli avvocati. Lo so che è u n bel carburante per chi vuole sostenere l'ipotesi della corruzione in atti giudiziari il fermarsi a 'quei signori lì'.

Però se vogliamo essere seri, e a me piace esserlo, allora nel momento in cui gli investigatori si permettono di criticare altri investigatori, areligiosamente chi è senza peccato scagli la prima pietra".

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