Ennio Doris, amministratore delegato di Mediolanum, ha ieri rassegnato le dimissioni dal cda di Mediobanca. La decisione è legata al divieto di cumulo di incarichi in società concorrenti contenuto nel decreto «Salva Italia». Doris è il primo consigliere di Mediobanca che si dimette dal board dopo la pubblicazione dei «Criteri per lapplicazione dellarticolo 36 della manovra».
Altri consiglieri dovranno scegliere di qui a giovedì quale carica mantenere tra quelle considerate incompatibili. Tra questi cè lo stesso amministratore delegato Alberto Nagel, che è anche vicepresidente di Generali e che dovrebbe lasciare il board della compagnia triestina, e il consigliere Vincent Bollorè, anchegli vicepresidente del Leone, che dovrà scegliere tra i due incarichi.
Mentre per la medesima ragione, dovrà lasciare il cda di Piazzetta Cuccia anche Fabrizio Palenzona, intenzionato a restare alla vicepresidenza di Unicredit. Carlo Pesenti ha invece già lasciato il cda di Unicredit, come pure Dieter Rampl, vicepresidente di Piazzetta Cuccia. I consiglieri dimissionari dovrebbero essere sostituiti nel cda di Mediobanca da altri amministratori, che verranno cooptati nel board e confermati alla prima assemblea utile, che è quella di bilancio, in agenda per fine ottobre.
Per quanto riguarda le conseguenze sulla governance di Piazzetta Cuccia, luscita di Doris e quella eventuale di Palenzona e forse di Bolloré, permetteranno comunque ai gruppi di riferimento di avere la loro rappresentanza strategica nel patto di sindacato, dove in questo caso siedono gli stessi membri del cda. La norma, infatti, non vale per i sindacati di blocco, ma soltanto per gli organi di amministrazione, per evitare conflitti dinteresse nelle scelte operative.
La norma di cui allarticolo 36 della manovra, appoggiata dallintero esecutivo Monti, è stata fortemente voluta da Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ma fino a pochi mesi fa numero uno dellAntitrust, e come tale notoriamente critico sui molteplici intrecci della finanza nazionale. Tale nuovo assetto dovrebbe rendere più appetibili agli investitori le società quotate. Si vedrà.
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