Roma«Trasparenza, meritocrazia e responsabilità gli obiettivi da centrare perché le nostre università rientrino ai primi posti nelle classifiche internazionali».
Come pensate di raggiungerli senatore Valditara?
«Un sistema meritocratico passa attraverso lassegnazione delle risorse in relazione ai risultati raggiunti e la differenziazione degli stipendi. Una differenziazione che io vorrei vedere applicata in tutto il pubblico impiego. Il blocco degli scatti automatici dovrebbe riguardare tutto il comparto pubblico».
Le Università rivendicano la loro autonomia e denunciano limpossibilità di sopravvivere con i tagli previsti nei prossimi anni.
«La riforma Ruberti nel 90 ha introdotto il principio dellautonomia ma non lo ha collegato a quello della responsabilità, indispensabile per una vera svolta. Gli atenei devono rispondere alla collettività del modo in cui impiegano le risorse pubbliche. Le università devono diventare case di vetro in modo che gli studenti possano fare una scelta consapevole quando devono scegliere un Ateneo al quale iscriversi. Nessuno nega poi che i fondi destinati alla ricerca siano scarsi ma cerchiamo almeno di non sperperare quelli a disposizione: se non hai pubblicato niente, se la tua attività scientifica è a zero allora niente finanziamenti».
I primi a dover essere giudicati e valutati sono i professori?
«Il decreto Gelmini rappresenta un passaggio importante perché introduce due principi essenziali: chi spende tutti i soldi in stipendi non potrà più assumere; il professore che fa ricerca e lo studente meritevole devono essere premiati. Con gli emendamenti si fa un ulteriore passo avanti per farla finita con un sistema universitario che è diventato poco più di un superliceo dove si paga il personale e non si fa attività scientifica».
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