«Adesso datela a una famiglia»

«Adesso datela a una famiglia»

«Datele una famiglia», è l’appello della sezione di Genova dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, relativamente alla vicenda della piccola «Maria». L’associazione ha seguito fino a questo momento la strada del silenzio. «Questo nell’intento di favorire contatti e mediazioni tra le parti utili a trovare la soluzione nel rispetto supremo del diritto della bambina ad avere una famiglia - dicono Francesco Ottonello e Giovanni Minuto -. Sentendo ancora forte il dovere di silenzio relativamente a esprimere opinioni sui comportamenti delle parti, si interviene per fare un appello alle autorità politiche e giudiziarie dello Stato della Repubblica di Bielorussia, affinché la bambina trovi sistemazione non in istituto, ma presso una famiglia, e sia circondata da amore e tenerezza che solo tale ambiente le può dare. Si chiede fortemente che sia assistita per recuperare dai suoi dolori e dai suoi travagli di ordine fisico e psicologico».
L’associazione delle famiglie Adottive e Affidatarie «auspica altresì l’avvio in Italia ed in Europa di una riflessione profonda sulla materia dei soggiorni climatici affinché questi percorsi di solidarietà possano continuare nella chiarezza degli obiettivi e dei propositi, evitando che essi possano essere utilizzati per intraprendere vie all’adozione non previste dalla normativa nazionale e internazionale».Ma l’associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie non è la sola che si schiera al fianco di Maria. La Fondazione «Aiutiamoli a vivere», che ha a Terni la sede nazionale, chiede una riflessione con una brano pubblicato sul proprio giornale: «Le autorità esistono, contano. Noi, (nonostante i nostri dubbi e le nostre perplessità) dobbiamo sforzarci di dialogare ed al limite scontrarci di dialogare ed al limite scontrarci, ma, dobbiamo conoscerle. È giunto il momento di conoscere e di interagire con le varie realtà sane che operano nel mondo del sociale, siano esse di matrice religiosa, laica, pubblica o privata.... Il paese Belarus è contradditorio; è il paese ove potere realizzare tutto ed il contrario di tutto. È l’unico paese europeo ove vige una dittatura politica. È il paese ove vige il sogno infranto dello sciovinismo da grande potenza, ovvero, il sistema imperiale di unificazione ideologica-politica di tutti i diversi popoli sovietici ed extra Sovietici.
È il paese dove ci si sente accerchiati ed esaminati dai paesi capitalisti ed abbandonati dal paese guida e leader; la grande Russia. È il paese dove incontriamo bambini ai quali è sottratta la fantasia, la spensierateza del vivere, la dignità di essere infanzia. È il paese ove le forme brutali del vivere - mancanza di libertà, mancanza del lavoro, mancanza dei rapporti sociali, fatiscente assistenza sanitaria e pensionistica, degrado dell’amàbiente e contaminazione nucleare, ecc., fanno maturare inconsapevolmente i desideri dell’autodistruzione che, si manifestano con le piaghe sociali dell’alcoolismo, della disgregazione della famiglia, dell’abbandono dei minori, della corruzione, ecc...


Nel momento attuale il paese è attanagliato da enormi difficoltà politico/sociali che ricadono precipuamente sull’infanzia, noi, siamo chiamati dalla nostra coscienza di uomini e dalla nostra cultura cristiana ad onorare i valori della solidarietà; dobbiamo caricarci di un ulteriore atto d’amore e non possiamo pensare di abbandonare questi bambini al loro incerto destino, non possono colpe che loro non appartengono e che, invece, albergano nell’arida burocrazia e nei cuori stolti degli adulti, divenire un alibi per un nostro minore o troppo concentrato impegno».

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