Adesso è giallo sulla regolarità della presentazione delle liste

La seconda fase della campagna elettorale si apre nel segno della polemica e del giallo. Ieri mattina, infatti, scadevano i termini per la presentazione delle liste al Tribunale di Roma. E proprio allo scadere del tempo utile ci sarebbe stato nei corridoi del tribunale un parapiglia che avrebbe coinvolto alcuni rappresentanti di lista di socialisti, ambientalisti e radicali e il rappresentante del Pdl Alfredo Milione, al quale sarebbe stato impedito, di fatto, di espletare la consegna dei documenti necessari per la presentazione delle liste. E così resta ancora incerta la partecipazione dell’elenco provinciale di Roma del Pdl. «Non esistono le condizioni giuridiche per l’esclusione delle liste del Pdl» rassicura una nota del Coordinamento regionale del partito. Intanto l’ufficio legale del Pdl ha presentato un’istanza al presidente dell’ufficio centrale circoscrizionale presso il tribunale di Roma. «Non è stato possibile completare la presentazione della documentazione necessaria - si legge nel documento consegnato al tribunale -. Si ritiene tale situazione lesiva dei diritti, non solo dei candidati ma di tutti gli elettori della Pdl, che verrebbero privati della possibilità di esprimere liberamente il voto». Francesco Giro e Francesco Storace manifestano la loro preoccupazione per questa «mancanza di legalità» e per i «diritti violati». Mario Baccini parla invece di «preoccupante dilettantismo» da parte dei vertici del Pdl, ma si ritiene convinto che alla fine tutto andrà per il meglio. Adesso la palla passa nelle mani dei giudici.
In attesa di chiarimenti bisogna registrate il piccolo sisma che ha messo sottosopra la coalizione che appoggia la Bonino. Proprio mentre il candidato del centro-sinistra annunciava l’interruzione alla «centoundicesima ora» del digiuno totale, le agenzie battevano alcuni comunicati sognificativi del movimento che squassa dalle fondamenta la coalizione guidata dalla Bonino. Il Pli ha deciso di mollare l’esponente radicale. Il motivo? «L’insopportabile arroganza del partito radicale, che con comportamenti illiberali tende a porsi come l’unico interlocutore dell’elettorato liberale». A sostenerlo è il segretario del Pli Stefano De Luca. Un’altra bocciatura arriva dal giornale dei vescovi. Il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, rispondendo a un lettore, scrive: «Da che parte è andata quella signora lì? Ah, bene, io me ne vado di corsa da quest’altra». Il riferimento è alla Bonino «rea» di aver smascherato l’anima «radicale» di buona parte del Pd. Ed è bufera nel Pd de Lazio perché l’area Marino ha deciso di uscire dall’esecutivo regionale accusando il segretario Mazzoli di avere silurato il loro candidato. L’area darà vita a un comitato elettorale «autonomo» a sostegno della Bonino.
Forse dietro la decisione di sospendere il digiuno c’era la paura di non essere forte abbastanza per partecipare al V-day di piazza del Popolo. E così la Bonino è potuta salire regolarmente sul palco tornando sul suo tema più caro (la legalità), un tema che solo ieri - guarda caso - appassionava anche i vertici del Pd. Lei si preoccupa della raccolta delle firme per i radicali. Loro si mostrano impensieriti per la regolarità della presentazione delle liste del centro-destra. Esterino Montino usa anche l’arma dell’ironia: «Suggerisco ai rappresentanti romani del Pdl di allenarsi un po’ a fare esperienza nella vita di tutti i giorni cercando di rispettare innanzitutto gli orari».


Sul fronte delle liste segnaliamo infine il ritorno all’ovile di Gianfranco Bafundi e di Paola Guerci (dal centro-destra al centro-sinistra e ritorno), la presenza dell’attrice Pamela Villoresi nella lista civica della Polverini e quella di Bobo Craxi come capolista del Psi (a sostegno della Bonino).

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