Il rapporto tra parola e immagine, tra pittura e scrittura ha segnato, dagli anni 70 in poi, una pietra miliare nellarte mondiale. Un nutrito gruppo di artisti, tra cui Emilio Isgrò, Paolini, Nannucci, Sol Lewitt, Pistoletto, Beuys, Christo, Dibbets, Oppenheim, Gina Pane, spostarono i confini dellestetica corrente producendo opere visivo-verbali in forma di rappresentazione di un concetto puro. Tra le figure che in Italia hanno saputo imprimere una visione fortemente personale a questo tipo di ricerca cè Francesco Correggia, artista poliedrico il cui percorso spazia tra differenti linguaggi, dalla pittura alla performance al video. I turn round to Immanuel Kant è lemblematico titolo di una mostra in corso fino al 15 marzo alla galleria Studio-ra contemporanea (via Bartolomeo Platina 1/f), e che presenta lultima produzione di un artista che in questi anni ha esplorato in modo affascinante il rapporto tra arte e filosofia. Si tratta di unopera che sviluppa, e sotto certi aspetti riassume, un percorso che negli anni 70 ha visto l'artista al centro di una serie di performances legate alla scrittura e al corpo come metafora. Dagli anni ottanta in poi, la sua pittura è fortemente caratterizzata dalla contaminazione pittorica con testi letterari, filosofici e poetici. Nella mostra romana, il viaggio di Immanuel Kant attorno ai limiti della conoscenza e al primato della ragione prende la forma di una serie di digressioni artistiche che partono dalla pittura, in cui Correggia introduce frammenti di testi filosofici, per arrivare all'installazione e alla performance che si sviluppano attorno ad azioni e oggetti simbolicamente legati al mondo del filosofo prussiano. Lopera dellartista si concretizza anche attraverso la scrittura, quella vera, che dallanalisi del pensiero filosofico mette ai raggi X evoluzioni e involuzioni dellarte contemporanea.
In questottica si inserisce la presentazione, il 13 marzo alla Biblioteca Vallicelliana (piazza Chiesa Nuova h. 17), del saggio di Correggia intitolato Di nuovo il senso (Edizioni Arcipelago), una sorta di colloquio a tre con la pittura e la filosofia sulle prospettive di unarte rinnovata «non solo nei linguaggi ma anche nella visione».
La mostra si concluderà il 14 marzo con la performance di Correggia intitolata Stromata, parola greca traducibile in miscellanea, ovvero un universo di simboli del pensiero kantiano che diventano «materia grezza» per lopera dellartista.
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