Adesso la Rai vuol chiudere il Bar Sport: basta moviola

Invece di arrivare in campo, la moviola va fuori dalla Rai. Niente più ex arbitri a fustigare o difendere i colleghi su decine di episodi. I casi da esaminare saranno selezionati - non più di tre per ogni giornata - e affidati al giudizio di rappresentanti dell’Associazione arbitri (Aia). «La Cassazione», la definisce il direttore di Rai Sport, Eugenio De Paoli, ideologo della ghigliottina per una delle invenzioni più controverse del calcio parlato.
Si parla di approfondimenti sulle regole, a scopo didattico, partendo dalle azioni dubbie, ma qualcuno teme che si finisca per nascondere gli errori marchiani dei direttori di gara. Gioisce Pierluigi Collina, una vita sotto l’occhio del ralenty tv, e manda un sms di complimenti all’autore della svolta: «È fondamentale che la televisione contribuisca a fare cultura del pallone, così torna il piacere di parlare di calcio». Per il capo degli arbitri Marcello Nicchi si tratta di una «rivoluzionaria iniziativa culturale». Come se la Rai detenesse il monopolio della moviola e ad altre emittenti fosse proibito discutere azioni e decisioni dubbie.
Rilancia infatti Aldo Biscardi. Anche la 31ª edizione del suo Processo al via il 30 agosto vedrà il Moviolone al centro della trasmissione: «Userò ancora il mezzo tecnologico più progredito possibile, e sono sicuro che la gente starà con me e seguirà la moviola con attenzione e partecipazione», annuncia Biscardi.

E se Sky si fa vanto di aver eliminato 6 anni fa la moviola ma di non rinunciare alla tecnologia, Alberto Brandi, conduttore di Controcampo su Mediaset, dice soddisfatto: «Noi andiamo avanti sulla nostra strada». E Sandro Piccinini, che Controcampo contribuì a inventare, non ha dubbi: «Demonizzare la moviola è una decisione antistorica. Sarebbe una scelta insensata se non fosse semplicemente demagogica».

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